La Virtus Lanciano non va? Ed ecco che scoppia la polemica sui social. Ma non la solita polemica tra sostenitori più o meno accaniti della squadra rossonera, ma niente meno che tra il vicepresidente dalla Virtus Lanciano e consigliere della Lega di Serie B, Guglielmo Maio e Donato Di Campli, avvocato e procuratore calcistico, conosciuto per aver portato fino al Parco dei Principi, al Paris Saint-Germain, il “nostrano” Marco Verratti.
A portare sotto i riflettori la polemica, il solito Abbruzzo di Morris che tra Facebook e Instagram, ha ricostruito la querelle tra insulti e battibecchi più o meno velati. Il tutto è partito da un commento di Di Campli, dopo l’ennesima partita deludente dei rossoneri, in cui affermava che “è inutile prendersela con D’Aversa… la responsabilità è solo di una società latitante e senza progettualità…”.
E così Guglielmo Maio ha colto la palla al balzo rilanciando il commento del procuratore di Verratti su Instagram a suon di prese in giro e hashtag. “Di che programmi parli? - scrive Maio - Degli stessi che hai attuato con la Spal Lanciano? E quando ti hanno bocciato 10 volte per diventare avvocato, eri latitante agli esami?”. E non sono mancati, altri commenti al vetriolo di Ketty Felletti, moglie di Guglielmo Maio e di Manuel Turchi, cognato e calciatore storico della Virtus.
Si sono susseguiti hashtag come #chefaticapagarelebolletteaVerratti o #tatonerosicone che hanno provocato altri commenti tra i follower dell’Abbruzzo di Morris che si sono a loro volta scatenati.
Un tipico battibecco da social forse che poco si addice a professionisti ed a cui molti tifosi della Virtus avrebbero preferito una chiara presa di posizione su una squadra che quest’anno non va. E non è stato di certo Donato Di Campli a scoprirlo.