SAN VITO CHIETINO - È davanti ad un nocino invecchiato, in una coloratissima casa in legno affacciata sul mare di San Vito che incontriamo Gabriel Rosati, affermato musicista di origine lancianese ma prestato da ormai tantissimi anni ai palchi di quasi tutto il mondo.
Una passione per la musica, in particolare per la tromba, che sin da giovanissimo Gabriel ha assecondato studiando al conservatorio di Pescara e conseguendo il diploma per poi però arruolarsi militare ed approdare successivamente a Roma dove ben presto gli si spalancano davanti le bramate porte della televisione.
Nel 1990, a soli 24 anni infatti, partecipa alla trasmissione Rai,” Rai Mondo e le altre”, un’esperienza che come ci confessa lo stesso artista “mi ha aperto gli occhi, pensavo che la tv fosse per me un punto di arrivo ed invece mi sono ritrovato a non poter dedicarmi, come desideravo fare, alla mia musica”.
Quel ritmo, che vien fuori dal suo frenetico gesticolare, unito a quella viscerale voglia di fare musica e alla delusione “per una realtà fatta non di musica originale, autentica, ma di musicisti operai e lavoranti al servizio dello spettacolo” hanno poi convinto Gabriel a lasciare tutto, un buon lavoro, famiglia, radici e a seguire il sogno americano.
“Volevo andare via, volevo suonare” ed animato da queste fresche e giovani sensazioni approda in Texas, ad El Paso, città scelta da Sergio Leone per girare qualche scena del film ”Per qualche dollaro in più” e dove Gabriel ha così potuto conciliare la sua musica alla passione per i film western.
“È una questione di luci diverse, di stelle”, così, con pennellate impressioniste, ci descrive l’incontro con l’altro continente, un amore a prima vista che nel corso degli anni a seguire, dal 1991 al 2011, lo ha condotto in giro per le città più “luminose” e famose degli USA , come Los Angeles, San Francisco ed ovviamente Las Vegas, ma anche in Sud America, Giappone ed nord Europa.
“È stata una palestra, ogni volta che mi spostavo dovevo ricominciare da capo, a Las Vegas poi suonavo sette giorni su sette, incessantemente, ma ero consapevole di aver realizzato il mio sogno, fare quello che mi piaceva” ed è così che Gabriel, a ritmo di musica “nera” ha solcato dai palcoscenici dei piccoli locali colmi di gente, di energia pura e di adrenalina ai grandi palchi come il Greek Theatre Hollywood assieme a MALO, non facendosi mancare neanche collaborazioni prestigiose, come quella con i fratelli Santana.
Una vita ed un percorso intenso, scritto a suon di tromba, e ricco di esperienze e riconoscimenti per quel giovanissimo musicista partito per un’avventura fatta di note alte e basse, soddisfazioni e sacrifici, dispiegati su di un lungo spartito.
Una vita artistica fatta di successi, che curiosamente ben si coniuga con la sua data di nascita, 4 agosto, che diede i natali anche a Luis Armstrong, e che Gabriel ha sapientemente declinato in tutte le sue sfaccettature, rimanendo però sempre fedele a quel sound afro-americano che è stato un po’ la colonna sonora del suo viaggio.
Al suo attivo ha ben 15 libri pubblicati e 16 cd a proprio nome, nel 1999 appare poi in copertina sulla rivista americana “jazz Player” con il cd “Play Along”, nel 2008 viene poi nominato “Best Jazz” negli Orange County Music Awards (California) ed infine nel dicembre 2014 riceve il premio Dean Martin, per gli abruzzesi che si sono distinti nel mondo.
Salutata l’America con i suoi pregi e i suoi difetti, in balia di un sentimento contrastante, di amore ed odio, di gioia e dolore, descritti in una delle tracce del cd in preparazione che ripercorrerà tutte le più interessanti tappe della sua avventura, Gabriel ora vive semi-stabilmente da circa tre anni a San Vito marina, dove ci confida di riuscire a trovare più ispirazione per scrivere i suoi pezzi ma da dove a settembre ripartirà per un nuovo viaggio musicale tra nord Europa e Brasile accompagnato da due formazioni diverse.
“La vita è continua successione di assurdità, alla fine probabilmente il destino ti manda delle situazioni per salvarti” ed è così che conclude il nostro incontro, alludendo a questa sua nuova vita, più stabile e più consapevole, ma sempre dedicata alla sua musica e alla sua tromba, che subito riafferra non appena lo salutiamo.