Non semplici libri, ma vere e proprie pagine di storia e di umiltà sono quelle scritte sin dal 1915 dalla libreria D’Ovidio, che quest’anno soffia con orgoglio ben 100 candeline.
Ad accoglierci e a raccontarci questi cento anni è Giorgio, il proprietario, del quale subito colpisce una naturale cordialità, quella stessa che, scopriremo via dicendo, essere il motivo di tanta longevità per una libreria indipendente che “ad oggi” - ci confida lo stesso - “lotta per resistere alle grandi case editrici che prediligono una distribuzione diversa…”.
Interromperlo è difficile, le parole sgorgano una dopo l’altra, tante le cose da dire, lungo quel glorioso passato e così Giorgio inizia raccontandoci il capostipite della libreria, il sig. Egidio D’Ovidio, per alcuni Don Egidio, un lontano prozio che nel 1915, abbandonata l’arma dei carabinieri, diede i natali alla “libreria ed arte sacra Egidio D’Ovidio” lungo Corso Roma, nel locale adiacente la farmacia.
“Don Egidio partecipava ad ogni funerale, riteneva di dover prendervi parte per rispetto e seguiva così ogni corteo funebre” prosegue, e subito dalle sue parole traspare un personaggio caritatevole e devoto a tal punto da “regalare l’istruzione a chi all’epoca non poteva permettersela, distribuendo gratuitamente libri”, una vera e propria missione che, dopo il matrimonio con Emilia Ranalli, raccolse e proseguì la figlia Ada, subentrata in libreria alla morte del padre, nel 1940.
Ada o Aduccia modificò il nome dell’attività in “Ada Maria D’Ovidio” ma mantenne intatto lo spirito del padre, distinguendosi per gentilezza ed umanità e continuando a distribuire gratuitamente pensieri e parole a chi ne avesse necessità.
Alla morte di Aduccia, giunta tragicamente per un’insolazione, la libreria venne affidata alle mani di due signore, Maria Fontana e Iubatti Gelsomina, chiamate a gestire l’attività da Mario D’Ovidio, al tempo procuratore della Repubblica, uomo distinto e di spessore ma lontano dalla carta stampata “al quale” - ci spiega Giorgio - “nel ’52 si rivolse mio padre, suo cugino, che da Scerni giunse a Lanciano per chiedergli una mano ed un lavoro”.
“Lo zio Mario” non se lo fece ripetere una seconda volta e consegnò al padre di Giorgio quella piccola libreria, rinunciando a Maria Fontana e lasciando invece la signora Gelsomina, la quale, vantando maggiore esperienza nel campo, gli fece da guida diventando man mano una persona di fiducia e di famiglia.
“Mio padre ripartì da zero con la libreria, dovette imparare un nuovo mestiere e seppur facesse di cognome Ranalli, scelse di conservare, per l’attività, quel nome che l’aveva resa importante, per rispetto nei riguardi di quel Don Egidio D’Ovidio, che l’aveva fondata”, così continua Giorgio e ci spiega che sin da bambino frequentava quella piccola libreria di Corso Roma aiutando il padre ed iniziando a coltivare, assieme alla sorella, quella passione che lo ha portato a divorare tutti i libri d’infanzia, a ritmo di uno al giorno, il sabato e la domenica.
“Ricordo che mio padre mi raccontava che il suo amore viscerale per i libri nacque da bambino; alla perdita della madre infatti andò a vivere con la nonna, che ordinava libri per corriere, ma quelli erano libri per adulti, cosicché mio padre si ritrovò a leggere i classici della letteratura, del calibro di Tolstoj a soli cinque, sei anni” ed è a questo punto che in Giorgio si intravede un sorriso, capitolato spontaneamente tra il fiume in piena di parole, ma è anche per questo che non ci risulta difficile intuire quanto sia stato naturale per lui interessarsi a quelle pagine, a quegli autori, a quei fruscii, a quei libri che talvolta ci svela “riportavo istintivamente a casa, leggevo e riconsegnavo in libreria, ed è un vizio che non ho mai più perso”.
Nel 1968, con rammarico, il papà di Giorgio fu costretto ad abbandonare quel locale a Corso Roma, diventato troppo stretto, per spostarsi lungo i portici dove ad oggi i due figli, Mercedes e Giorgio e la moglie di quest’ultimo Teresa, conducono la libreria, con quel sorriso e quella gentilezza che li distingue.
Non hanno perso l’antica e supponiamo ereditata attitudine ad aiutare il prossimo e a rendersi disponibili e dopo il rinnovamento del locale, cinque anni fa, hanno saputo dare nuovo lustro alla libreria, vestendola di un’atmosfera vintage e arredandola al fine di farne un luogo intimo e familiare dove adulti e bambini possano riscoprire ogni volta la passione per la lettura.
È qui il segreto dei cento anni di vita, in questa storia, in queste persone, nella loro semplicità e nella loro passione messa costantemente a disposizione degli altri, dei clienti, di chi ha dato e continua a dar loro fiducia.
Per il prestigioso anniversario tante saranno le novità e ricco il programma che ripartirà a breve con le serate di “Nottetempo”, una per tutte l’incontro in libreria il 3 giugno con la famosa autrice per ragazzi Giusi Quarenghi e non mancheranno i festeggiamenti del centenario previsti il 24 maggio al Polo Museale.
Vendere un libro è come regalare un pensiero, ci piace concludere così questo piacevole incontro, consapevoli di aver acquistato, questa volta, un libro che racconta la storia di una famiglia che ha fatto del proprio mestiere la propria dedizione.