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Giovedì Santo, è il momento della processione degli incappucciati

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Le celebrazioni per la morte e la resurrezione di Cristo hanno assunto nel corso dei secoli un grande rilievo nella storia di Lanciano ed è ancora sentita e partecipata dall'intera popolazione. La processione del giovedì organizzata dall'Arciconfraternita della Morte e Orazione, attiva dal 1608, riunisce fedeli, curiosi e turisti, per un evento suggestivo e carico di religiosità. 

Il Giovedì Santo, mentre la popolazione è impegnata nel rito dei Sepolcri e la visita alle chiese della Città, i confratelli dell'Arciconfraternita della Morte e Orazione di San Filippo Neri, indossando tunica nera e cappuccio nero, evocano il cammino di sofferenza del Signore, illuminando il loro percorso con delle fiaccole, accompagnati dalle note del Miserere del musicista Francesco Masciangelo, suonate dalla banda cittadina. La figura più rappresentativa è senz'altro quella del Cireneo, il Confratello incappucciato e scalzo di cui nessuno conosce l'identità, che porta la pesante croce sulle spalle. 

E’ la sera dell'ultima cena, la sera del tradimento nei confronti del figlio di Dio; è per questo motivo che i Confratelli procedono in corteo incappucciati, vivendo nell'intimo della propria anima un atto di penitenza per essersi macchiati di una simile colpa. La consuetudine di sottrarsi ad un inutile atto di riconoscimento pubblico è radicata nell’Arciconfraternita fin dalla sua fondazione, quando i confratelli occultavano le loro identità per inumare i cadaveri delle persone insepolte o per compiere opere pie.

 

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