Un’esperienza sicuramente entusiasmante, per quei passi che hanno percorso le meraviglie della nostra costa sull’ex tracciato ferroviario. Sono partiti il primo settembre da Francavilla per arrivare fino a San Salvo, 75 chilometri con la tenacia e con la voglia di osservare, toccare con mano, scoprire, verificare e fotografare, non senza qualche fermata per salutare gli amici.
I volontari hanno ancora davanti agli occhi le tantissime meraviglie ma, in alcuni casi, anche qualche sorpresa o situazione ancora da verificare, soprattutto nei luoghi dove l’intervento dell’uomo è ben visibile e su cui vale la pena di indagare.
L’esperienza di Cammina per il Parco si è conclusa anche quest’anno, Andrea Natale ci ha raccontato così quello che hanno osservato da vicino, insieme a Marco Terrei, organizzatori dell’iniziativa, e ai compagni di viaggio, tra cui giovani, nella speranza che possano raccogliere il testimone di questa bella esperienza.
A fargli compagnia quest’anno anche alcuni studenti dell’Università di Torino, in tutto 6 i volontari che hanno fatto il percorso passo dopo passo, dall’inizio alla fine, ma con loro circa 40 amici e volontari delle associazioni che li hanno affiancati, supportati e accompagnati, anche da lontano, in questa bella scoperta.
Per i veterani come Andrea e Marco, sono state diverse le conferme in merito ad alcune situazioni già note e conosciute che riguardano la nostra costa, purtroppo, pur non avendo a disposizione i mezzi per fare verifiche approfondite, sulle acque di balneazione persistono ancora grosse problematiche dove la “schiuma” è ancora ben visibile, tutti elementi che lasciano sicuramente un po’ l' amaro in bocca.
Sono tanti i turisti che scelgono la nostra costa, confermato dai volenterosi camminatori che hanno raccolto anche i pareri di alcuni operatori turistici, ma la sfida più dura è senza dubbio quella di riportarli ancora una volta l’anno prossimo, per capire se da questi luoghi e dalle attrattive sono rimasti soddisfatti oppure delusi.
Molti gli esempi positivi, i trabocchi che resistono nonostante la mano dell’uomo, ma anche le riserve naturali, dalla Lecceta di Torino di Sangro e fino ad arrivare a Punta Aderci, terza spiaggia d’Italia, protagonista in questi ultimi tempi di un vero e proprio boom di turisti. Positivo anche il bilancio sull’erosione, quando di fronte ad alcune situazioni la spiaggia è tornata ad avanzare senza le barriere poste dall’uomo.
A questi esempi positivi però si aggiungono situazioni dove lo “zampino” dell’uomo è ben visibile e su cui i volontari promettono di indagare più a fondo, per capire se quanto è stato fatto non stia danneggiando il bene pubblico, il mare e soprattutto la costa.
Il patrimonio a disposizione è senza dubbio meraviglioso e iniziative come queste, come ci spiega ancora Andrea, non solo utili solo per dire quello che non va, ma soprattutto rappresentano il punto di partenza per cominciare a lavorare insieme, per trovare una soluzione auspicando la partecipazione di tutti, dalle amministrazioni locali alle associazioni, con la volontà di lavorare per il bene comune. Tornare a parlare del Parco della Costa Teatina è necessario, e forse potrebbe essere il modo per coordinare le azioni ed agire in maniera compatta.
Dopo un viaggio che ha arricchito ognuno di loro, i volontari pensano già al futuro, nelle prossime settimane il materiale fotografico, la documentazione e tutte le analisi approfondite su quanto visto nel percorso verranno illustrate in un report redatto in collaborazione con l'Università del Molise, offrendo così la base di partenza per sfruttare al meglio quanto emerso dall’iniziativa.
Dagli sguardi e dai paesaggi si pensa già al prossimo anno, valutando quanto si possa migliorare per coinvolgere tanti, l'invito di Andrea è quello di prendere parte al prossimo cammino, fiducioso che dalla partecipazione di tutti si possa essere davvero protagonisti del nostro immenso patrimonio.