La Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo lancia l’allarme sulle condizioni del patrimonio boschivo, nonostante la nostra regione abbia un grande cuore verde, preoccupa il fatto che molti dei boschi siano completamente abbandonati a se stessi. Preoccupa la mancanza di una giusta regolamentazione di un patrimonio come questo oltre che di figure professionali e di risorse finanziarie per progetti di pianificazione, che attualmente restano in sospeso.
L’Abruzzo ha una superficie forestale di 438.590 ettari che, rapportata al territorio rappresenta circa il 40%. 391.000 ettari sono di bosco, dai dati dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio, l’81% sarebbe disponibile per il prelievo legnoso. Si tratta di quella “riserva” boschiva che può essere prelevata senza danni alle foreste, anzi aiutandole a rigenerarsi, e che potrebbe originare un indotto di lavoro, sia per imprese boschive che si occupano della prima lavorazione, che per imprese commerciali, addette alla vendita al minuto, di circa 75.208.000 di euro l’anno, per una produzione lorda vendibile di circa 107.440.000 di euro l’anno.
È anche sulla base di questi dati che si chiede una maggiore attenzione nella pianificazione e gestione ottimale del patrimonio per creare così un ricavo economico, oltre che evitare che venga lasciata all’abbandono una risorsa come questa.
“Gli operatori forestali, proprietari di boschi, ditte forestali e tecnici – interviene il presidente della Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali dell’Abruzzo, Mario Di Pardo - auspicherebbero ben altra attenzione e protagonismo da parte della Regione, soprattutto nell’attuale e difficile momento che vive il settore e alla luce del fatto che larga parte del territorio regionale è sottoposto a vincoli ambientali, a causa dei quali le normali attività selvicolturali sono spesso ed erroneamente interpretate come danni ambientali, ostacolando e esautorando di fatto la gestione forestale. Ma forse per la Regione Abruzzo le foreste non esistono in una regione che è la terza in Italia per indice di boscosità e dove sono presenti ben tre parchi nazionali e un parco regionale e che si vanta di avere boschi vetusti importanti a livello internazionale”.