Continua con toni accesi la polemica sui tribunali. Nei giorni scorsi il Consigliere regionale Mauro Febbo aveva polemizzato contro l’atteggiamento di alcuni consiglieri regionali riguardo alla chiusura dei tribunali e criticato Walter Caporale nella sua pretesa di erigersi a paladino dei palazzi di Giustizia dell'Abruzzo. Secondo la legge n° 148 del 14 settembre 2011, contenente la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, bisogna garantire la permanenza del Tribunale ordinario nei circondari del capoluogo di provincia, quindi è tecnicamente impossibile accorpare i Tribunali di Chieti e Pescara. Inoltre, secondo Febbo, anche il PDL era contrario all’accorpamento dei tribunali di Chieti e Pescara e stava lavorando per evitare la chiusura dei tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona. Dura e secca la risposta di Caporale che ha affermato che Febbo vaneggia e mente sapendo di mentire e a tal proposito si appella alla risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale Straordinario del 9 novembre 2011, che blocca la chiusura dei tribunali cd minori (Lanciano, Sulmona, Vasto e Avezzano), preparata e proposta dai Verdi e sottoscritta da Sulpizio (IdV), Costantini (IdV), Saia (Comunisti italiani), D'Amico (PD) , Nasuti (Gruppo Misto), Di Pangrazio (IdV), Argirò (PdL), Paolini (IdV), Rabuffo (FLI), D'Alessandro (PD), Ruffini (PD). Lucia Proto, responsabile donne IdV Abruzzo, in difesa del tribunale marsicano, afferma che i tribunali non si devono chiudere perché eliminare un tribunale significa snaturare e privare di un punto cardine di un importante servizio sociale ed economico, una città. Il capogruppo di “Giustizia Sociale”, Enrico Bucci, ha presentato un ordine del giorno in difesa del Tribunale di Chieti e ha chiesto al sindaco, Umberto Di Primio, e alla Giunta di “respingere il volgare e localistico tentativo del Consiglio Comunale di Lanciano di appropriarsi del Tribunale di Chieti sede storica di Corte d’Assise e della sezione staccata di Ortona e a mettere in campo ogni azione istituzionale perché la Città di Chieti mantenga la sua identità anche attraverso il suo Tribunale”. Bucci chiede anche la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio Regionale per ridisegnare la geografia giudiziaria. Bucci afferma che il Consiglio Comunale di Lanciano ha approvato all’unanimità una risoluzione con la quale impegna Sindaco, Regione e Parlamentari a scongiurare la chiusura del Tribunale di Lanciano attraverso il riordino degli Uffici Giudiziari con l’acquisizione di Ortona, sezione di Chieti e l’istituzione a Pescara di un Tribunale unico per l’area Chieti-Pescara, ma contrariamente a Lanciano, il volume degli affari giudiziari svolto dal Tribunale di Chieti e dalla sezione staccata di Ortona, è in linea con i livelli di produttività fissati dal Ministero di Giustizia. “Il Governo-afferma Bucci- inoltre ha destinato al Tribunale di Chieti un cospicuo finanziamento di 7 milioni di euro per opere di consolidamento strutturale e l’Amministrazione comunale di Chieti ha in progetto il raddoppio dell’attuale superficie del Palazzo di Giustizia con altrettanto raddoppio di posti auto, così da farne una vera e propria cittadella della giustizia”. Anche Bucci si appella alla legge sopra citata e sostiene che i diritti della Città di Lanciano possano essere legittimamente difesi dalle proprie rappresentanze politiche purché nel rispetto della legge e purché non si arrechino danni ad altri e in particolare alla città di Chieti che è da sempre Capoluogo di Provincia e sede di Tribunale con Corte d’Assise”. A tal proposito Rocca San Giovanni si oppone alla chiusura del Tribunale di Lanciano. Con il Consiglio comunale del 9 novembre scorso, si è approvato all'unanimità un documento promosso dal Capogruppo di maggioranza, Giovanni D'Angelo, dal quale si evince la ferma volontà di chiedere la conservazione del tribunale frentano, con l'annessa Procura, e di tutti i servizi giudiziari attualmente esistenti, un baluardo a tutela e a servizio dell'intero comprensorio, tra i più vivaci dell'intero Abruzzo da un punto di vista economico e socio-culturale, nel quale trova sede un distretto industriale di rilevanza sopranazionale, più importante del centro-sud, che quindi necessita di un presidio di giustizia e di legalità. Inoltre, la presenza di una casa circondariale di massima sicurezza conferma la necessità di mantenere gli uffici a Lanciano. Nel documento si sottolinea che nel tribunale di Lanciano devono essere compresi tutti i Comuni del Medio ed Alto Sangro e del Medio ed Alto Aventino e anche il territorio del Comune di Ortona e quelli degli altri Comuni della Marrucina, già appartenenti in passato all'ambito del Tribunale di Lanciano, sia per dichiarata disponibilità, sia per omogeneità storiche e socio-culturali.