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Acerbo: “Cervi in Abruzzo per ora salvi”

"L'opposizione del 'campo largo' ha poco da indignarsi e polemizzare" commenta il segretario nazionale di Rifondazione Comunista

Redazione
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“E' una simpatica coincidenza che la sentenza del Consiglio di Stato arrivi proprio nel giorno di San Martino, la 'festa dei cornuti'. E' proprio la data giusta per rendere nota la sentenza che sospende la caccia ai cervi in Abruzzo. Grazie agli amici avvocati Michele Pezone e Francesco Paolo Febbo, alle associazioni Wwf, Lav e Lndc che hanno presentato il ricorso, ad Augusto De Sanctis che come al solito ha dato il suo contributo, a tutte le decine di migliaia persone che si sono mobilitate in qualche maniera per salvare 469 cervi dalle doppiette dei cacciatori”.

Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ed ex consigliere regionale, che aggiunge: “E' assai importante che il Consiglio di Stato abbia stabilito che i dati del monitoraggio non possono essere assemblati in maniera superficiale per giustificare una scelta politica della destra per garantirsi i voti della lobby dei cacciatori che da anni preme per poter tornare a sparare a una specie che in Abruzzo si era estinta a causa delle doppiette”.

Dal Consiglio di Stato, rimarca Acerbo, “arriva anche la sottolineatura della latitanza della giunta Marsilio che viene invitata all'adozione di misure idonee a prevenire incidenti stradali come la realizzazione di attraversamenti faunistici e l'installazione di recinzioni. Se la maggioranza di destra che governa la Regione Abruzzo merita solo pernacchie, va detto che l'opposizione del 'campo largo' ha poco da indignarsi e polemizzare. E' stato con voto unanime di destra, centrosinistra e persino M5S che durante la giunta D'Alfonso nel 2015 fu approvata una modifica del regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati inserendo la possibilità di estendere il prelievo venatorio ai cervi precedentemente totalmente esclusa”.

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