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A Palombaro decorazioni natalizie con il tradizionale uncinetto

Gino Bucci, “l’abruzzese fuori sede”: «Sparagne e cumbarisce, il mantra agricolo per gli addobbi natalizi»

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Le tradizioni affondano le radici nella notte dei tempi, in gesti e sapienza popolare che hanno intessuto i fili della storia. Attraversando i secoli, tramandati oralmente e nell’opera attiva e appassionata di generazioni e generazioni. Ci sono espressioni, proverbi, lavori, abilità manuali che vengono insegnate da nonni e genitori ai figli. Che poi, diventati genitori a loro volta, li trasmettono ai loro figli. È il ciclo della vita e di una cultura viva. 

Uno dei tanti simboli della cultura tradizionale abruzzese è l’uncinetto che, tramite le sapienti mani ed opere sartoriali, possono diventare anche vere opere d’arte. Che non rimangono chiuse nei corredi familiari e nelle quattro mura casalinghe ma diventare ricchezza che rende più belle i nostri paesi. Una bella dimostrazione viene da Palombaro ed è stata raccontata da Gino Bucci sulla pagina facebook “L’abruzzese fuori sede”. Siamo in tempi di crisi, caro energia e prezzi in aumento. E allora “per gli appicciamenti e addobbamenti natalizi quest’anno, in quasi tutti i comuni, c’è una sola parola d‘ordine: sparagne e cumbarisce - racconta Gino Bucci - il mantra che da sempre contraddistingue noi gente agricola”. 

“Hasta lu sparagne siembre” e “a Palombaro (CH), sulla Majella, sparagnano e si guardano intorno” sottolinea Bucci: “Ricordate il paese in Sardegna che aveva addobbato il cielo della piazza con dei centrini abnormi? Esselè, a Palombaro le uncinettine paesane hanno decorato il corso #assamanù (in codesta maniera)”.

A Palombaro c’è “la prima decorazione aerea con centrini all’uncinetto d’Abruzzo, dopo una freca di alberi e tutte cose” – racconta “L’Abruzzese fuori sede” - un trend natalizio incredibile che “continua a crescere e a me ancora non ha abbottato: viva le mani sante, viva la lana e pure la pecora”.

“Grazie a Gianna Cavaliere per il pressing (“fa lu post combà pippiacere, aecche già steme a la fine di lu monne” ecc.) e le foto – conclude Bucci – complimenti alle uncinettine di Palombaro”. 

  

 

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