Danilo Di Luca ci è ricascato: terzo caso di doping in pochi anni per il ciclista abruzzese, trovato positivo all’Epo in un test effettuato il 29 aprile.
Già squalificato in entrambi i casi precedenti,ora rischia la squalifica a vita: in questo momento occupava la ventiseiesima posizione in classifica nel Giro d’Italiaad oltre 33 minuti da leader Nibali.
Tanta la delusione fra i suoi sostenitori e soprattutto nella sua squadra che lo ha licenziato: durissime le parole del Direttore Sportivo Luca Scinto “Di Luca è un cretino. Non l’avevo mai voluto. Deve farsi curare”.
Un’altra brutta tegola dunque sul ciclismo, sport amatissimo. La domanda sorge però spontanea: si può chiamare sportivo un atleta che, pur di raggiungere traguardi importanti, cerca strade “proibite”?Assolutamente no, lo sport è ben altra cosa e si spera di non dover più avere a che fare con casi come questi. Un vero peccato “sporcare” una bella carriera che ha visto tanti successi in questo modo.
Di Luca comunque si è difeso: "Non me lo aspettavo, è stata una sorpresa anche per me. Adesso chiederò le controanalisi", questa la sua dichiarazione.
Ieri aveva anche disputato una buona cronoscalata piazzandosi decimo, poi la brutta notizia della positività all’Epo che lo costringe così a lasciare mestamente la Corsa Rosa.