Innanzitutto mi preme sottolineare e ricordare che vi è una notevole differenza tra la centrale a biomasse di Treglio e quella in costruzione a Villa Pasquini, la prima è alimentata a biomasse solide (molto più inquinante) la seconda a biogas (meno inquinante) .
Per approvare questo impianto, con riferimento ai suoi possibili effetti sulla salute e sulla qualità dell’ambiente, sarebbe stato opportuno imporre una condizione per noi fondamentale, con l’entrata in funzione della centrale a biomasse: la qualità dell’aria e delle diverse matrici ambientali interessate alle sue emissioni deve migliorare o per lo meno restare uguale a quella pre-esistente.
L’art.1 della direttiva 96/62/CE individua tra i suoi obbiettivi quello di “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi”.
Ciò detto, potremmo comprendere una centrale a biogas se, come succede in altri posti d’Italia, vi fosse una notevole utilità per i cittadini che si troverebbero a convivere con essa, per es. illuminando e riscaldando le loro case.
Di dubbi sulla reale destinazione d’uso della centrale ne abbiamo tanti, l’art.17 del Dlgs n 387 del 29.12.2003 e successivamente completato dal DM5 maggio 2006 include i rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili.
Insomma, viene prevista l’estensione ai rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare dei “certificati verdi” e quindi possono essere bruciati all’interno di centrali a biomasse.
Non è detto che sia il caso specifico di Villa Pasquini, ma intendiamo vigilare in questa direzione, vogliamo vederci chiaro, in generale siamo molto diffidenti quando nel ns. territorio ci sono installazioni di centrali di questo tipo, proprio in virtù dell’articolo n° 17.
Gabriele Di Bucchianico
Capogruppo IDV Comune di Lanciano
Responsabile Regionale IDV Dipartimento Energia e Rifiuti