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La Provincia di Chieti fa chiarezza sulla situazione del Negri Sud

Documento approvato per il riconoscimento di una crisi occupazionale

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Nel Consiglio Provinciale di ieri il documento proposto dal Centrosinistra sulla fondazione Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro è stato approvato all’unanimità dall’intera assise.

Era stata richiesta chiarezza dai consiglieri provinciali di centrosinistra sulla situazione del Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro. E la chiarezza è arrivata, anche grazie agli interventi dei rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl ed Ugl e del direttore amministrativo Tommaso Pagliani sulla situazione di cassa e delle prospettive di lavoro.

Lo statuto che governa la fondazione non è risultato coerente con quello approvato il 26/4/2013 dal Consiglio Provinciale, e al momento delle verifiche è emerso che il debito del vecchio consorzio è stato trascinato interamente sulla Fondazione, nonostante fosse stato assicurato un azzeramento grazie all'impegno di ogni socio per la propria quota parte. Così come hanno fatto la provincia di Chieti e la regione Abruzzo, ma non il Mario Negri di Milano, che da circa tre anni non affida progetti nuovi alla struttura di Santa Maria Imbaro, confermando voci e sospetti circa disegni di abbandono del territorio abruzzese.

S’è palesata una certa assenza della regione Abruzzo che, pur avendo fatto una legge di scopo, non ha dato seguito allo stanziamento certo e costante del relativo capitolo di bilancio, s’è confermata la materiale impossibilità della provincia di Chieti a donare l’intero immobile in luogo della scelta effettuata dell’usufrutto perché questo consentono le norme e le leggi vigenti. E’ apparso chiaro che la gestione della CIG a carico dei dipendenti e ricercatori è stata fata in maniera discrezionale senza la necessaria rotazione, che il piano di rilancio è macchiato della minaccia di 60 licenziamenti senza un serio piano scientifico di rilancio.

Il documento proposto e votato all’unanimità dall’intera assise chiedeva: una sostanziale discontinuità gestionale rispetto alla gestione precedente relativa al vecchio consorzio, la sollecitazione alla regione Abruzzo a finalizzare uno stanziamento finanziario costante, l’immediato adeguamento statutario, il riconoscimento di una crisi occupazionale specifica per il mondo della ricerca da trattare alla stregua di qualsiasi altra crisi industriale.

 

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