L'emergenza Covid-19 e le conseguenti restrizioni, cioè il lockdown totale prima e le misure previste dalla zona rossa oggi, hanno fatto emergere ancor più marcatamente i drammi che si consumano nelle mura domestiche e che trasformano la casa da rifugio ad inferno.
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che viene celebrata il 25 novembre, la Cgil regionale, il Coordinamento Donne Spi-Cgil e Auser presentano un questionario finalizzato ad analizzare la qualità della vita delle donne, il loro rapporto con la casa e con il lavoro e la capacità di risposta da parte delle istituzioni in caso di problemi.
"Alla evidenza delle accentuate disuguaglianze, alla lacerazione di un mondo del Lavoro che non riesce ad essere per tutti spazio di diritti e dignità , alla perdita di speranza per il futuro - afferma Rita Innocenzi, della segreteria regionale Cgil Abruzzo Molise - si aggiunge per tante, troppe donne l'angoscia dell'essere chiuse nelle proprie abitazioni, nei luoghi dove si consuma il numero più alto delle violenze, con il suono di quell'#iorestoacasa che rimbomba come un incubo.
La narrazione della serenità dello stare in casa si frantuma, infatti, a contatto con le condizioni reali".
"Si tratta di persone che, spesso, vivevano già ai margini della cosiddetta modernità e, in tantissimi casi, di donne che la pandemia ha scaraventato fuori dal perimetro della autonomia economica conquistata a fatica per via della perdita di quel lavoro magari precario o per insufficienti e tardive misure di sostegno al reddito. E quando, in questo contesto, al dramma del vivere o, meglio, del sopravvivere si associa quell'odio nei confronti della libertà della donna - osserva Innocenzi - la violenza assume i caratteri dell'allarme sociale. È da queste analisi che nasce l'idea di un questionario le cui risultanze dovranno essere da guida nell'attività di contrattazione territoriale e di luogo di lavoro".
"Misure come l'isolamento sociale prima e il distanziamento sociale poi - sottolinea Loredana Piselli, del coordinamento Donne dello Spi Cgil regionale - non hanno fatto altro che aggravare il fenomeno della violenza perpetrata ai danni delle donne. Donne, giovani e anziane, hanno subito discriminazioni pesanti a causa di una diffusa cultura che le confina ancora in uno spazio della società limitato. Oggi più che mai è indispensabile assicurare che l’integrazione della dimensione di genere sia al centro di tutte le politiche, incorporando - conclude - le lezioni apprese sulla diversità dei bisogni delle donne e l’impatto che queste politiche hanno su di loro".