L’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara e l’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia del Presidio Ospedaliero “Santissima Annunziata” di Chieti, diretta dal professor Marco Liberati, sono al centro di una delle più grandi collaborazioni scientifiche mondiali volta allo studio degli effetti dell’infezione da Coronavirus sulle donne in gravidanza.
Lo studio, patrocinato dalla “World Association of Perinatal Medicine”, è stato coordinato dal professor Francesco D’Antonio, associato presso la “d’Annunzio”, specialista di Medicina e Terapia Fetale, esperto di fama internazionale di patologia fetale e gravidanze a rischio, rientrato in Abruzzo dopo nove anni passati tra Regno Unito e Scandinavia. Con lui hanno collaborato, tra gli altri, il dr. Gabriele Saccone (Università “Federico II” di Napoli) e il dr. Daniele Di Mascio (Università “Sapienza” di Roma).
Lo studio ha visto coinvolte 388 pazienti gravide con infezione da Sars-Cov-2 provenienti da 73 diversi centri in 22 nazioni d’Europa, del Nord e del Sud America, dell’Australia e dell’Asia nel periodo tra febbraio e aprile 2020. I risultati di questo studio sono stati pubblicati su alcune delle più prestigiose riviste scientifiche, quali "American Journal of Obstetrics and Gynaecology MFM", "Ultrasound in Obstetrica and Gynecology" e "Perinatal Journal", mentre alcune analisi secondarie sono ancora in corso di elaborazione.
I risultati di questa collaborazione indicano che, nonostante la bassa mortalità materna (0.8%), per circa il 10% delle pazienti affette è stato necessario un ricovero in terapia intensiva. Per quanto riguarda invece la complicazione della gravidanza, circa il 25% delle pazienti incluse ha avuto un parto pretermine, mentre la mortalità perinatale si è attestata al 4%. Il rischio di trasmissione verticale, ovvero di passaggio dell’infezione da mamma a bambino, è risultato invece molto basso.