Il sansificio Vecere ha ripreso a vomitare veleno su Treglio, senza autorizzazione, scaduta improrogabilmente il 31 dicembre 2016.
Come a dire che è stato tutto inutile, dalle vibranti proteste della popolazione alle sentenze di condanna della magistratura, dal sequestro dell'impianto alle innumerevoli iniziative dei cittadini, tra flash mob manifestazioni e raccolta firme.
Un vero scandalo all'italiana che assume contorni così caratteristici al punto da meritarsi il titolo di scandalo all'abruzzese. Il ruolo infatti della pubblica amministrazione regionale in questa vicenda ripropone la questione persino sollevata dall'ex direttore generale della regione Abruzzo, Cristina Gerardis.
In una sua intervista di qualche giorno fa, realizzata dal direttore appena dimissionario, si legge che "abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione di qualità", qualità che in particolare non brilla nella questione del ruolo degli uffici regionali per il rilascio dell’autorizzazione unica ambientale, che nella vicenda di Treglio sono riusciti ad ignorare addirittura la magistratura, lasciando, come Ponzio Pilato, che nessuna decisione presa, in occasione della conferenza dei servizi decisoria, corrispondesse di fatto ad un deliberato atto di assenso alla riaccensione della fiaccola di morte dentro il borgo rurale.
Stendendo un velo pietoso sulla politica, in particolare quella regionale e nazionale, che ci rappresenta anche nella direzione delle decisioni tecniche, e che, come su altre questioni, prende posizioni a chiacchiere, ma poi lascia fare ai tecnici del portafoglio, ci chiediamo cosa possiamo fare ancora per impedire che questo sopruso alla luce del sole, perpetrato ai danni dei cittadini del comprensorio frentano, abbia fine.
Rivolgiamo un appello a tutti i sindaci del comprensorio ad unirsi al sindaco Berghella nel perseguimento dell’obiettivo comune di non permettere questo oltraggio alla convivenza civile per non vedere tradita per l’ennesima volta la volontà popolare. La disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni, della politica e della giustizia parte da qui, da episodi così palesemente rappresentativi di un sistema profondamente marcio e corrotto.
Non stupiamoci delle derive populiste e dei forconi invocati dai più esagitati: la regia occulta e inconsapevole parte dagli esempi e questo non è affatto un buon esempio, né di trasparenza della pubblica amministrazione, né di rispetto della volontà popolare da parte della politica, né di giustizia. Se la legge è davvero uguale per tutti il sansificio deve essere spento immediatamente.