Dopo il via libera dell’Unione Europea alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e per i prodotti caseari, si torna a fare chiarezza sui prodotti regionali, questo è quanto dichiarato dalla Coldiretti Abruzzo che specifica che, su 80 mila quintali di formaggio che nascono nelle realtà locali su tutto il territorio, solo la metà sarebbe prodotta con il latte abruzzese.
“Una buona notizia sia per i consumatori appassionati di prodotti caseari e sia per gli allevatori a cui oggi arrivano compensi oscillanti tra i 30 e i 40 centesimi, spesso al di sotto dei costi di produzione, e che ora potranno veder meglio valorizzato il proprio lavoro”. Con la normativa infatti dovrà essere indicato in etichetta il paese di mungitura, il nome del paese dove il latte è stato condizionato e quello in cui è stato trasformato, con indicazioni diverse ma ugualmente precise se i luoghi coincidono.
Stessa chiarezza per tutti quei prodotti lavorati o di provenienza estera, specificando se si tratta di Paesi dell'Ue oppure al di fuori dell'Unione Europea, un modo per consegnare ai consumatori informazioni dettagliate sulla produzione, Coldiretti aggiunge infatti i dati di produzione considerando le realtà che operano nel settore “In regione 5mila famiglie sono legate alla produzione di latte, alla trasformazione, alla commercializzazione e a tutto l’indotto del mondo rurale (veterinari, mangimisti, produttori di cereali, ecc) di cui fanno parte una quarantina di caseifici artigianali e 500 allevatori di latte bovino che producono circa 700mila quintali di latte (che generano un indotto di oltre 40milioni di euro) destinati per metà circa all’imbottigliamento e per l’altra metà alla trasformazione in circa 40mila quintali di formaggio. A beneficiare della nuova norma – continua Coldiretti Abruzzo – saranno non solo le aziende agricole regionale ma anche i consumatori che potranno così essere sicuri di mangiare formaggio veramente abruzzese”.