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73° anniversario della Rivolta Lancianese, la memoria per difendere ancora oggi il valore della libertà

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LANCIANO – Due giorni di emozioni, celebrazioni e ricordo per quei martiri lancianesi che nelle giornate dell’ottobre 1943 donarono la vita per la libertà della propria città.

Ogni anno le celebrazioni si mescolano al ricordo, ma ogni anno sembra essere vivo il senso di appartenenza ad una storia che ha lasciato un segno non solo nella città ma anche nella costruzione della democrazia.

Tra la commozione di chi ha ancora in mente alcuni ricordi, di chi è cresciuto con le parole delle gesta dei Martiri Ottobrini, e tra la gioia di chi invece ha appreso la storia di libertà dalle parole dei nonni, oggi la città ha portato il suo saluto e ricordo nel Monumento dedicato ai suoi martiri, alla presenza delle autorità ma soprattutto davanti a tanti giovani che raccolgono il testimone della storia, come i piccoli della Scuola Elementare Eroi Ottobrini che hanno intonato le Fronne D’Autunno e, con la mano sul petto e le bandierine festose, hanno accompagnato le parole dell’Inno d’Italia.

“Fecero di Lanciano una terrà di libertà in un tempo in cui la libertà era perseguitata, martoriata, assassinata, come avviene ancora oggi in tanti luoghi del nostro pianeta – le parole di Maria Saveria Borrelli, Presidente della Sezione Anpi Lanciano dedicata a Trentino La Barba – Oggi ricordiamo la storia di uomini e donne che credevano nella libertà da riconquistare, per costruire un futuro migliore, conoscere realmente ciò che accadde è un modo per non incorrere in facili demonizzazioni di ideologie o di popoli. Ai docenti e agli studenti, è importante conoscere la nostra storia nazionale e locale, conoscere e ricordare e non abbassare mai la guardia, perché la democrazia conquistata con il frutto della resistenza è un albero molto delicato, da coltivare giorno dopo giorno, come sta avvenendo in molte parti del mondo, come anche nei vicini paesi arabi”.

Una celebrazione che non guarda solo al passato ma anche al presente, la deposizione della corona al cippo, ma anche tante parole che servono a ricordare come oggi ci sia ancora bisogno di essere portatori di libertà, nelle situazioni in cui la democrazia è ancora minacciata, partendo dall’esempio di quelli che insieme alla Brigata Majella uscirono dai propri confini per la liberazione dell’Italia.

A parlare di Resistenza oggi anche le parole del giovane Marcello Masciotta, che ha ricordato le lotte per la libertà e il terrore di combatte nelle terre non troppo lontane da noi, come quelle minacciate dall'Isis. 

Spesso i giovani si lasciano facilmente trasportare dagli eroi della televisione o del calcio “Noi gli eroi a Lanciano li abbiamo avuti davvero, questi sono gli eroi che noi dobbiamo ricordare – le parole del sindaco Mario Pupillo - e l’Inno d’Italia non lo cantiamo solo quando la nostra nazionale scende in campo, i nostri eroi sono scesi in campo per giocare la partita che avrebbero perso sicuramente, sapevano di affrontare una battaglia che non potevano vincere ma lo hanno fatto. Per noi avere questi nomi vuol dire avere una responsabilità dell’onestà, della trasparenza, dell’amore per la nostra città, perché i politici e gli amministratori devono avere questo insegnamento. Realtà, rispetto e coraggio, dobbiamo dare l’esempio ai nostri giovani”.

Qualche parola anche dal Prefetto Antonio Corona che ha sottolineato il sentimento che ha guidato i partigiani ma che è ancora tangibile nelle parole usate in occasioni come questa “E’ importante la Passione perché altrimenti ci si ritrova nei luoghi a commemorare qualcosa di cui ci si dimentica il senso. Onorare la memoria non soltanto perché deve essere un semplice appuntamento, ma perché se perdiamo la memoria corriamo il rischio di non sapere come siamo arrivati oggi e che cosa dobbiamo difendere, quali sono i punti di riferimento, gli ideali, i principi che devono guidare le nostre azioni”.

Dopo l’inaugurazione del monumento a Trentino La Barba di ieri, anche oggi si è rinnovata la commozione e la partecipazione di sua figlia Stella La Barba e del nipote del partigiano, Trentino La Barba, che porta con orgoglio il nome di suo nonno. Tanti i cittadini, le associazioni combattenti, quella dei Carabinieri in Congedo, degli Alpini e dei Bersaglieri, non senza il Gonfalone delle città vicine, per ricordare e commemorare ma soprattutto per riflettere su quella libertà fortemente combattuta, oltre le rappresentazioni, ma viva nei ricordi di chi è cresciuto con il nome dei partigiani lancianesi.

 

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