Tante e numerose le feste popolari e le sagre che, soprattutto nelle sere d’estate, riempiono le piazze e le strade della città, momento di aggregazione ma anche di valorizzazione dei prodotti locali.
Su questa scia è stata emanata dalla Regione Abruzzo la legge regionale che disciplina le sagre e le feste popolari come espressione del patrimonio storico, sociale e culturale delle comunità abruzzesi.
Nuove regole per tutte quelle sagre con prodotti e lavorazioni enogastronomiche tipiche ed identitarie di una località, ma anche per le feste popolari organizzate con finalità culturali, ma anche storiche, politiche, religiose, sportive e di volontariato in genere con l’esercizio delle attività enogastronomiche.
Non si potranno somministrare alimenti e bevande per più di sei giorni e dovranno rispettare anche rigidi parametri qualitativi. I prodotti dovranno essere per il 70% tra quelli inseriti nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque prodotti classificati e riconosciuti come DOP, IGP, DOC e DOCG della Regione Abruzzo o provenienti da agricoltura biologica, o da filiera corta a chilometri zero.
Nelle feste popolari almeno il 40% dei prodotti dovrà essere a filiera corta, chilometri zero e di qualità.
Cambiano i parametri per le manifestazioni, ma anche con nuove disposizioni per gli spazi destinati al pubblico, e per l'area di svolgimento, evitando così situazioni improvvisate in luoghi poco idonei.
Un modo per disciplinare le molte festività, ma anche la possibilità di ottenere l’attestazione come “Sagra Tipica dell’Abruzzo” oppure “Sagra eccellente dell’Abruzzo”, titoli attribuiti alle sagre tenendo conto delle proposte e delle osservazioni delle associazioni di categoria e dell’Unione nazionale pro loco d’Italia, ma anche del rispetto e dell'autenticità dei prodotti tipici e di qualità.
Sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo il testo integrale.