ATESSA – Continua la discussione in merito alle sorti dell’Ospedale San Camillo de Lellis di Atessa. Da alcuni mesi, infatti, è stata pianificata la riconversione della struttura e la lenta chiusura di molti reparti, un iter iniziato da tempo e che, in ultimo, ha visto chiudere le porte dell’unità di chirurgia.
A scongiurare la fine totale e completa i cittadini, riuniti nel Comitato Spontaneo in Difesa del Territorio, e le diverse forze politiche mentre la concertazione sulla riconversione, e quindi su quali servizi mantenere e quali potenziare, resta ancora in corso.
Per ultima, alla fine di aprile, la vicenda del dislocamento dell’attrezzatura operatoria dall’Ospedale di Atessa e destinata alle strutture di Lanciano e Chieti voluta dalla dirigenza dell’Azienda a cui ha fatto seguito l’esposto in procura contro il direttore aziendale Flacco e presentato dal Mau – Movimento Atessa Unita – che ha definito il gesto come un vero e proprio furto nel momento in cui permane sul tavolo della trattativa la possibilità di riprendere l’attività chirurgica e grave, oltretutto, perché esclude i requisiti di efficienza e quindi la possibilità di ripresa ottimale degli interventi operatori, dopo il già avvenuto trasferimento del personale medico ed infermieristico.
L’Assessore Regionale alla Sanità Paolucci riconferma le caratteristiche dell’ospedale frutto della riconversione assicurando 60 posti letto totali per l’area medica di comunità , riabilitazione potenziata anche con servizi specifici come la palestra attrezzata e Residenza Sanitaria Assistenziale, oltre agli altri servizi di prevenzione, laboratorio analisi, centro raccolta del sangue, diagnostica per immagini, primo intervento, ambulatori specifici, medicina del lavoro, centro diabetico e centro Alzheimer.
Ma quello che preoccupa maggiormente è la possibilità di tornare ad eseguire interventi nelle 3 sale operatorie di Atessa, realizzate non molti anni fa e con un cospicuo investimento economico.
Il dirigente Flacco, in merito all'ultima vicenda, ha confermato come il materiale ospedaliero possa essere spostato da un presidio ad un altro se ritenuto necessario e a seconda dell’utilizzo, per Atessa invece resta aperta la possibilità per i piccoli interventi chirurgici ambulatoriali programmati, ma senza certezze in merito alle richieste pervenute dai cittadini e da alcune forze politiche che chiedono l’utilizzo di 2 sale operatorie 5 giorni a settimana, fondamentale per assicurare un’attività di ottimo livello e per smaltire le liste di attesa piuttosto lunghe che hanno, inevitabilmente, mandato in tilt le altre strutture del territorio.