A causa di un inverno piuttosto mite non è inusuale in questo periodo incontrare larve ricoperte di peli che procedono in fila indiana sulle strade oppure in nidi particolarmente vistosi su piante di pino. Si tratta proprio della processionaria, chiamata così proprio per l’abitudine di muoversi sul terreno in fila, creando una sorta di processione, insetto dell'ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae, uno dei più distruttivi per le foreste capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. La pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri.
Il problema in Abruzzo non è da sottovalutare a causa della ciclicità del fenomeno, le condizioni dello scorso inverno hanno influito sulla presenza eccessiva della processionaria che, oltre ad avere effetti devastanti sugli alberi e le foreste, è molto pericolosa anche per uomini e animali.
A lanciare l’allarme sono i Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo tramite il Presidente Dottore Agronomo, Mario Di Pardo, il Dottore Agronomo Matteo Colarossi, Vicepresidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi, i Dottori Forestali della Provincia di Pescara e il Dottore Agronomo Carlo Massimo Rabottini iscritto all’Ordine di Chieti ed esperto del settore Verde Urbano.
I professionisti avvertono di prestare la massima attenzione al parassita, gli aculei invisibili delle larve sono urticanti e se finiscono sulla pelle o a contatto degli occhi creano dermatiti e reazioni allergiche anche severe. La processionaria sarebbe molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.
I sintomi che un cane presenta sono spesso gravi come l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco. Il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale.
Bisogna prestare molta attenzione e riconoscere l’insetto che attacca soprattutto i pini, i cedri e le conifere in generale, nel periodo invernale le larve svernano in nidi bianchi a forma di bozzolo, grandi diversi centimetri da cui a primavera inoltrata scendono lungo il tronco facendo la cosiddetta “processione”. È molto importante che i cittadini che vedono nei loro giardini, nei parchi pubblici, degli ospedali e delle scuole, segnalino la presenza alle autorità comunali che a loro volta sono chiamate a vigilare e rimuovere il pericoloso parassita (così come previsto dal decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali del 30 ottobre 2007 – Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino).
Al di fuori dei centri urbani si nota la sua presenza nelle pinete artificiali specialmente al di sotto dei mille metri di quota per cui attenzione a chi fa gite fuori porta e escursioni vicino tali formazioni arboree. Tale fenomeno si ripete naturalmente in cicli di cinque-sette anni ma, periodi climatici invernali favorevoli al parassita e l’assenza di una reale pianificazione forestale da parte delle autorità regionali al fine di rinaturalizzare le pinete artificiali con interventi selvicolturali, accrescono il problema in intensità e in frequenza.
Tra gli avvertimenti utili quello di non avvicinarsi e sostare sotto piante infestate, Non tentare con mezzi artigianali di distruggere i nidi, perché si potrebbe favorire la diffusione, evitare di raccogliere bruchi senza protezioni quando è già visibile la presenza della processionaria e lavare abbondantemente frutti e prodotti di orti in prossimità di pinete infestate.
In caso di contatto con la pelle è bene lavare abbondantemente il corpo (capelli inclusi) con acqua e sapone, manipolare i vestiti con guanti e lavarli anch’essi avendo cura di utilizzare acqua a temperatura elevata, sulle parti che hanno toccato larve e nidi utilizzare eventualmente strisce di scotch come un mezzo depilante per asportare parte dei peli ancorati alla pelle, e sulle parti arrossate utilizzare una pomata antistaminica per lenire il fastidio. Nell’eventualità di contatto con gli occhi, inalazione o ingestione dei peli urticanti è invece suggerito un immediato consulto clinico.
Un metodo rivelatosi efficace per il controllo della processionaria del pino è quello dell’endoterapia dell’albero effettuata con agrofarmaci a base di “abamectina” tramite il metodo “Bite” contro la processionaria. Questa metodologia è stata sperimentata con risultati molto soddisfacenti (almeno due anni di efficacia) in un popolamento artificiale di pino nero, marittimo e domestico (Pinusnigra, halepensis e pinea) di circa 35 anni di età in località San Nicola nel comune di Pollutri (provincia di Chieti) e Torricelle nel comune di Montenero di Bisaccia (CB).