TREGLIO. Ha sfilato ieri, colorata e chiassosa, la rabbia di Treglio contro la centrale a biomasse di contrada Paglieroni. Un corteo zeppo di cartelli e striscioni fatto di centinaia di persone, associazioni, famiglie, rappresentanti politici, cittadini provenienti da Lanciano e dalle zone limitrofe, studenti, bambini, anziani. Le forze dell'ordine parlano di alcune centinaia di manifestanti, ma gli organizzatori ne hanno contati circa 2mila. Balletti di numeri a parte la partecipazione alla prima manifestazione di piazza contro la centrale a biomasse della società GCT srl è stata molto alta, quasi un Borgo Rurale estivo.
Non piace ai tregliesi il progetto della centrale a biomasse. Prima ancora che si parlasse di fumi, di inquinamento e di nanoparticelle a scatenare la rabbia dei cittadini è stata l'approvazione, quasi in sordina, del progetto. Nessuno in paese sapeva della centrale. Nonostante il sindaco, Roberto Doris, avesse pubblicato sulla bacheca comunale l'estratto del consiglio comunale che dava l'ok urbanistico al progetto, la notizia di una centrale a biomasse ha colto tutti di sorpresa, compreso qualche consigliere comunale.
Ad aggiungere dubbio a dubbio il fatto che tra i proprietari della società Gct srl (Gestione calore Treglio) figurasse anche il vicesindaco del paese, Antonio Di Nunzio.
Poi sono arrivate le ricerche scientifiche, i dibattiti e l'amara consapevolezza che sul territorio frentano, dove già incidono diverse fabbriche e altre centrali a biomasse da Ortona a San Salvo, non esiste alcuno studio che accerti la qualità dell'aria.
"Le centraline sono spente dal 2007 - attacca Alessandro Lanci, presidente dell'associazione Nuovo Senso Civico che ha dato inizio alla protesta - perchè il Comune non ha fatto fare nessuno studio di consulenza sulla qualità dell'aria che respiriamo?".
Il primo cittadino Doris ha voluto parlare per primo davanti la folta platea di piazza San Giorgio: "Non farei mai del male alla mia comunità - ha esordito - e posso assicurare che questa centrale, realizzata secondo norme di legge, brucerà solo cippato e sansa disoleata, non rifiuti. Le emissioni dovranno essere inferiori del 30% rispetto alla media nazionale e ho fatto richiesta agli enti provinciali e regionali e all'Arta di un controllo della qualità dell'aria e di installare centraline di uso esclusivo del Comune". Ma non basta. Il sindaco parla anche di posti di lavoro in più e di fame di energia. Ed è lì che la piazza lo fischia.
"L'Abruzzo produce tre volte di più l'energia che consuma - gli fa eco Lanci - l'energia serve al nord, non all'Abruzzo che ha già dato tanto in termini di scempi ambientali e sanitari". Un riferimento è ad esempio alla presenza di 553 pozzi petroliferi o a gas presenti in Regione, di cui 100 sparsi in mare. O alla più grande discarica abusiva d'Europa, quella di Bussi. O alla discarica di Tollo, gestita dalla camorra.
"Ci sono studi nazionali che certificano come una centrale a biomasse inquini molto di più di una a carbone o a metano - spiega ancora un rappresentante di NSC - le nanoparticelle prodotte possono essere cancerogene e provocare infarti, trombosi e altri disturbi dell'apparato respiratorio".
E il punto della protesta è: se non si conoscono i dati sulla qualità dell'aria in una zona ad alta densità industriale, se il territorio risulta già essere un luogo dove ci si ammala di più di leucemia rispetto alla media regionale, se ci sono studi che attestano che bruciare legno fa male alla salute e all'ambiente, se l'energia c'è e c'è anche chi ci investe per rivenderla a titolo privato, perchè far nascere un'altra centrale a biomasse? La risposta, ora, tocca ai governanti.