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Famiglia in emergenza abitativa occupa ex caserma dei vigili del fuoco

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LANCIANO – E’ entrata nella tarda serata di ieri, domenica 5 luglio, la famiglia lancianese che, senza lavoro e tra poco senza casa, ha deciso di occupare l’ex caserma dei vigili del fuoco in via Galvani. E ora sono lì, con le tapparelle abbassate e le porte serrate nella speranza che quest’occupazione resti solo una forma di protesta ed una situazione provvisoria che mira a smuovere qualcosa nelle istituzioni. C'è l'acqua, ma manca la luce, ci sono i servizi igienici, ma mancano le condizioni minime per una vita dignitosa.

Mal dal comune il silenzio continua. Il sindaco afferma di aver fatto il possibile e di mandare, a breve, una pattuglia della polizia provinciale (lo stabile è di proprietà della provincia ndr) per il verbale e la procedura del caso.
Intanto, i ragazzi di CasaPound hanno deciso di appoggiare l’occupazione della famiglia e da questa mattina, dopo aver apposto un striscione contro la giunta Pupillo, sono in via Galvani per garantire gli aiuti alimentari.

“Siamo pienamente solidali con la famiglia occupante. Sappiamo che questo loro gesto nasce da una situazione di assoluto bisogno, con la necessità di assicurare un tetto sulla testa a due figli, e dopo che l’intero iter burocratico per l’assegnazione di un alloggio popolare era stato seguito, senza che questo portasse ad alcuna soluzione”. Così ha commentato il responsabile lancianese di CPI Nico Barone.

“Purtroppo – ha proseguito Barone - dopo gli ultimi eventi dei mesi scorsi, e dopo i gesti compiuti dal marito il 19 maggio scorso, e dalla moglie pochi giorni fa, le istituzioni comunali sono rimaste immobili mentre si consumava il dramma di una famiglia di loro concittadini, fino alla decisione compiuta dalla coppia di occupare uno stabile pubblico abbandonato. Di fronte al manifestarsi di tali problematiche - ha proseguito Barone - un tempo sconosciute nella nostra città, oltre a chiedere che il comune si attivi immediatamente perché questa vicenda possa avere una rapida soluzione e perché venga istituito un registro degli alloggi popolari sfitti da assegnare a famiglie italiane in emergenza abitativa, rilanciamo con forza la proposta del Mutuo Sociale, progetto di edilizia pubblica residenziale che garantirebbe ai cittadini italiani un affitto il cui canone, a tasso zero e sospendibile in caso di sopraggiunta disoccupazione, corrisponderebbe ad una rata del mutuo e durerebbe fino all’estinzione del costo dell’alloggio, per poi divenire titolo di proprietà della casa”.

Al momento, l’uomo con le sue due figlie, si trova nell’ex caserma in attesa di eventuali sviluppi. “Avevo ricevuto una telefonata dal comune - ha affermato il papà - in cui mi si annunciavano belle novità per me, ma poi nulla è accaduto. Mi dispiace aver coinvolto le mie figlie - ha concluso l’uomo - ma siamo giunti ad una situazione di non ritorno”.

Dal comune, invece, affermano di aver fatto tutto il possibile e che sono tante le situazioni di disagio che vengono affrontate in silenzio e promettono di non cedere nonostante quest’azione inaspettata.

Seguiranno aggiornamenti.

 

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