LANCIANO - Da 114 ore di servizio settimanali, a 44, da 3 medici, ad uno soltanto. E’ questa la triste escalation che ha visto protagonista il reparto di diabetologia dell’ospedale di Lanciano.
Un’involuzione in termini materiali, medici ed umani che preoccupa i tanti pazienti, circa 8mila, che fino ad oggi hanno usufruito del servizio nel Renzetti.
“Fino a qualche anno questo era un punto di eccellenza - ha dichiarato Antonio Bucci, presidente Adif, Associazione Diabetici Frentani - oggi, invece, si stenta a dare il giusto peso al presidio frentano ed al bacino che serve ogni giorno”.
Da lunedì 4 maggio scorso, la dottoressa Straface, operante a Lanciano, è stata trasferita nel territorio del Sangro-Aventino, lasciano scoperta la posizione a Lanciano. Questo provvedimento produrrà una grave criticità per l’unità del Renzetti che non riuscirà più a garantire l’assistenza ai propri pazienti, sia per le visite programmate, sia per le urgenze, sia per le consulenze.
La direttrice sanitaria del Renzetti, la dottoressa Marzia Mucci ed il primario di Medicina, il dottor Filippo Salvati, a cui oggi è affidata la diabetologia, hanno già inviato una lettera alla direzione generale della Asl Lanciano Vasto Chieti chiedendo la revoca immediata del provvedimento e presentando le dimissioni dello stesso dottor Salvati.
“Far sentire la nostra voce è un atto dovuto - hanno proseguito i rappresentanti dell’Adif - visto il continuo aumento di pazienti, di fatto si stanno ponendo le basi per una interruzione di servizio. Potrà un centro funzionare con il solo personale infermieristico? Siamo molti preoccupati e demoralizzati”.
“Qual è il disegno di questa Asl? - ha concluso il presidente Bucci - si tratta di un problema politico? Di certo per noi lo sarà. Ma crediamo che se resteremo uniti e decisi, potremo ottenere ciò che è necessario ripristinare”.
Dall’Adif, per questo, chiedono subito un incontro e risposte dalla direzione Asl e dall’assessorato alla sanità regionale e qualora non arrivassero, promettono di fare partire una vera macchina di proteste.