SANTA MARIA IMBARO - Ad una settimana dall’incontro pubblico organizzato da alcuni ricercatori del Mario Negri Sud, nuove ombre sulla scelta di trasformazione in fondazione e futuro sempre più incerto per tutto il centro.
“In molti sono intervenuti all’incontro pubblico del 5 febbraio scorso a Lanciano, organizzato da un gruppo di ricercatori della Fondazione Mario Negri Sud - si legge in un comunicato della Fondazione stessa - se da una parte le numerose testimonianze della ricerca internazionale hanno ribadito il valore del contributo del Mario Negri Sud in 27 anni di attività, dall’altra gli interventi dei due consiglieri regionali Camillo D’Alessandro e Mauro Febbo hanno evidenziato elementi che contribuiscono a gettare luce sulla situazione attuale e sui possibili scenari a brevissimo termine”.
I due consiglieri, infatti, si sono mostrati scettici sul passaggio da Consorzio a Fondazione ed il sottosegretario D’Alessandro ha chiarito i motivi secondo cui il futuro della Fondazione può essere solo la liquidazione, accompagnata da un eventuale piano B di rinascita.
“Non potremo salvare il contenitore – ha affermato il consigliere – forse riusciremo a recuperarne il contenuto di risorse umane di alto profilo scientifico che sarebbe assurdo disperdere”. Come mai si è arrivati a questo? La normativa che regola la partecipazione della Regione a Enti come le Fondazioni impone che tale partecipazione avvenga senza oneri a carico del bilancio regionale. Questo aspetto impedisce alla Regione di intervenire direttamente sul risanamento del debito della Fondazione Mario Negri Sud e di affidare servizi e commesse al centro in ambito sanitario ed ambientale. D’altra parte lo status giuridico di Fondazione non permette allo stesso Mario Negri Sud di accedere ad alcune specifiche tipologie di bandi pubblici in tema di ricerca e innovazione.
Sembrerebbe, pertanto che questo passaggio, avvenuto nel settembre 2013, ad oggi si sia rivelato solo inutile e dannoso. L’azzeramento del debito non c’è stato, come dimostra il fatto che lo stesso sia ad oggi attorno agli 8 milioni di euro, una cifra che parla di svariati bilanci costantemente in perdita.
“Tutti sapevano…” ha concluso D’Alessandro e Mauro Febbo ha subito dopo aggiunto: “Molti, sia in Provincia sia in Regione, si dichiararono contrari alla scelta della Fondazione che fu fortemente voluta da Milano, dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, che impose alla Provincia e alla Regione di fare la Fondazione”.
E oggi, a pochi mesi dalla costituzione, sono le stesso presidente Silvio Garattini, con i legali dell’istituto Mario Negri Milano e i due direttori a chiedere al Prefetto di Chieti la messa in liquidazione della Fondazione, essendo ormai chiaro che nessuno dei tre soci (Mario Negri Milano, Regione Abruzzo e Provincia di Chieti) contribuirebbe al ripianamento del debito.
Durante l’incontro del 5 febbraio, anche il commissario straordinario Luciano Fratocchi ha espresso il suo parere con un semplice quanto efficace “Fate ora!”. In mancanza di un’azione immediata, l’attuazione della procedura di liquidazione non potrà essere scongiurata.
Nato negli anni ’80, grazie a fondi pubblici per lo sviluppo del mezzogiorno, con la partecipazione della provincia di Chieti, della regione Abruzzo e dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, il Consorzio Mario Negri Sud si presentava nella regione Abruzzo con tutte le carte in regola per essere un Centro di Ricerca di valenza internazionale. L'obiettivo è stato raggiunto ma non può più essere mantenuto: da “fiore all’occhiello” il Mario Negri Sud rischia oggi di trasformarsi nell’ennesimo esempio, a livello nazionale, di spreco di denaro pubblico, di risorse umane e di conoscenza.