LANCIANO - 270 metri quadrati immersi nel verde, con un pool di educatori, assistenti sociali e psicologi, pronti a fare da mamma, papà e zii a 9 bambini che sono stati allontanati dalle loro famiglie.
E’ nata oggi, a Lanciano, in via Nasuti 159, Pegaso, la prima casa famiglia frentana pronta ad accogliere bambini e ragazzi meno fortunati. “Siamo felici di aver inaugurato oggi la prima casa famiglia del territorio - ha detto Leopoldo De Lucia, presidente di Samidad, cooperativa sociale che si è occupata della creazione della struttura - e siamo pronti ad accogliere questi bambini per fornire loro ciò di cui hanno bisogno”. Ci sono sette posti letto effettivi, per bambini dai 6 ai 17 anni e due di pronta accoglienza, per i più piccoli, da zero a 5 anni.
La responsabile del casa famiglia, Anna Lucia Centra, della Onlus Samidad, è anche l'autrice del primo Rapporto regionale “I bambini fuori dalla famiglia”. Dallo studio, realizzato con dati dei Comuni e degli Ambiti Territoriali, si evince che nel 2011 – gli ultimi dati disponibili – i bambini allontanati in Abruzzo erano 556, mentre erano stati 484 nel 2010. Si tratta per lo più di “minori a rischio devianza”, di minori abusati, di minori nomadi o immigrati. I bambini tolti alle famiglie vengono generalmente assegnati a “comunità socio-educative” (38%) o si ricorre all'affido intrafamiliare (33%). Le cause che hanno reso necessario l'allontanamento per l'81% dei casi risiede nelle “competenze genitoriali”: i bimbi vengono trascurati o maltrattati. Il maggior numero dei piccoli allontanati rientra nella fascia di età compresa tra i 7 e i 14 anni (37%); a seguire 15- 17 (31%) e infine 0-6 anni (28%). La ricerca ha mirato a stabilire anche quali sono i costi medi affrontati dai Comuni per il mantenimento dei bimbi nelle strutture affidatarie: si va da un minimo di 71 ad un massimo di 94 euro al giorno.
“Abbiamo creato un ambiente accogliente, colorato - ha proseguito Anna Lucia Centra - grazie anche alla Fondazione Ikea Italia che ci ha regalato tutti gli arredi”. Una cucina colorata e funzionale, camerette con letti a castello, libri, giochi e peluche, un bagno che sembra una spa, un camino, un bel salotto e una splendida vista di Lanciano, immersi nel verde. Una vera e propria casa che non vuole sostituirsi alla famiglia di provenienza ma che, anzi, nei due anni di permanenza nella struttura previsti dalla legge, si propone di coinvolgere i familiari nel recupero educativo e sociale del bambino, per aiutarlo a superare le situazioni di disagio da cui è stato allontanato.
“Questo non è un luogo per sfigati - ha detto anche la Centra - ma un posto che deve ridare dignità". Un luogo in cui trovare tutte le professionalità necessarie per lo sviluppo dei piccoli ospiti.