LANCIANO - Una piazza gremita di gente, scandita dal rintocco delle campane della Cattedrale che accolgono l’arrivo di Lorenzo. Applausi all’arrivo del feretro e ancora applausi all’interno della chiesa. Così Lanciano ha salutato Lorenzo Costantini nel giorno dei suoi funerali.
Sono tante, tantissime, le persone che si sono radunate in piazza Plebiscito e nella Cattedrale della Madonna del Ponte per essere vicini, anche fisicamente, a quel ragazzo che dall’estate scorsa è entrato nei cuori di tutti e a cui tutti si sentivano già vicini. Persone di tutte le età, famiglie, bambini e soprattutto giovani, molti giovani si sono stretti attorno alla famiglia di Lorenzo per far sentire la loro vicinanza e per dire un “ciao”, non un “addio” al giovane calciatore che, nonostante la grande solidarietà ed il grande affetto di tutti, non è riuscito a segnare il suo goal, contro la terribile malattia che il 10 novembre scorso ha, purtroppo, vinto su di lui.
“Quando un ragazzo muore a vent’anni è una sconfitta per tutti - ha detto mons. Emidio Cipollone all’inizio della sua omelia - viviamo tutti questo momento abbassando lo sguardo e percepiamo questa coltre di silenzio irreale sulla città di Lanciano”.
“Ma siamo sicuri che non sia stato questo il goal di Lorenzo? - ha proseguito Cipollone - quel goal che l’ha portato ad immolare la sua vita perché cambi la vita di tutti”.
Commoventi le parole di uno dei “soliti amici” che a conclusione della funzione, ha salutato il suo amico di sempre ricordando i tanti momenti passati insieme e definendo “speciale” come “l’unica parola che parla di lui” e di un suo mister che si è presentato come “uno dei tanti rappresentanti del dolore”.
Emozionante anche il tributo del sindaco Mario Pupillo che ha saluto Lorenzo dicendo che “quando il dolore proviene dall’animo, le cure sono difficili da trovare ma quello che ha fatto questa città per lui - ha concluso Pupillo rivolgendosi alla famiglia - è una piccola medicina che fa sentire tutti meno soli”.
A dare l’ultimissimo saluto a Lorenzo, tra applausi e palloncini bianchi fatti volare in cielo, anche i calciatori della prima squadra della Virtus con il capitano Mammarella che non riesce a trattenere le lacrime, del procuratore Donato Di Campli, della Primavera, delle ragazze della Vis Lanciano e di molte società sportive locali.
Applausi liberatori e consolatori, che valgono come un grande abbraccio a Lorenzo ed un grande grazie per averci fatto capire qual è il vero goal che conta nella vita.