LANCIANO - Nulla di fatto nel consiglio comunale convocato in via straordinaria ieri, per ridiscutere dell’ampliamento dell’istituto magistrale De Titta. Dopo quasi 5 ore di dibattimento, infatti, con 12 sì e 11 no (tra i no anche Gabriele Di Bucchianico e Alex Caporale), è stato votato un ulteriore rinvio, proposto e firmato da 10 consiglieri di maggioranza (tutti tranne Donato Di Fonzo e Mario Pupillo), che chiedono un tavolo tra Regione Abruzzo, provincia di Chieti e Comune di Lanciano per capire, in via definitiva, se i fondi che dovrebbero essere utilizzati per l’ampliamento, possano essere trasferiti in altro progetto.
La maggior parte delle perplessità, soprattutto da parte dei consiglieri di minoranza, proviene dalla mancanza di previsione di un adeguamento sismico della struttura già esistente e da una ipotetica carenza di documentazione alla presentazione dei progetti.
Stesse critiche da parte delle associazioni presenti in aula, invitate per dare il loro parere, da sempre mostratesi contrarie all’ampliamento. Tra le associazioni, il FAI, la Ilaria Rambaldi Onlus, Cittadini in Azione, Italia Nostra, Polis Frentana, Pro Loco Lanciano, l’INU (Istituto Nazionale Urbanistica), Nuovo Senso Civico, Nuova Lanciano e l’associazione Sant’Egidio, hanno chiesto un ripensamento sulla decisione del 15 ottobre scorso per inadeguatezza dell’ubicazione, per costi previsti che, a parer loro, sarebbero sottodimensionati rispetto alla realtà e per salvaguardare un luogo di grande interesse storico e culturale per la città di Lanciano.
Mario Pupillo, nella doppia veste di sindaco e presidente della provincia di Chieti, ha assicurato la partenza di un sopralluogo preventivo nella zona interessata, per essere certi prima di iniziare i lavori. “Io non firmo il decreto - ha inoltre affermato Pupillo - e aspetterò che il sopralluogo e il tavolo tecnico convocati diano parere positivo per dare ufficialmente il via ai lavori, nonostante io resti fermamente convinto della bontà del progetto”.
“Il nostro obiettivo - ha sottolineato il consigliere Manlio D’Ortona - è l’adeguamento sismico della scuola già esistente e la salvaguardia e la tutela dei beni culturali ed evitare, quindi, la costruzione di un palazzo così impattante”.
“Dov’è la green city che tanto dite di voler fare - ha proseguito Marco Di Domenico riferendosi ad alcuni consiglieri di maggioranza - se poi vi schierate a favore di un tale scempio per la città?”.
E dopo ore di dibattito, è arrivata la proposta dal consigliere di Sel Piero Cotelessa e controfirmata da altri 9 consiglieri per chiedere un ulteriore rinvio per essere certi che quei fondi non possano essere utilizzati in altro modo.
Le associazioni presenti in aula non si sono dette contente. Hanno lamentato poco spazio per esporre le proprie ragioni e poca considerazione del loro parere.
Intanto il milione e 600 mila euro resta in stand by, in attesa che qualcuno si prenda la responsabilità politica di decidere cosa farne.