LANCIANO - Il valore della libertà nel riscatto sociale dell’individuo e come parola chiave per l’educazione delle giovani generazioni. Potrebbe riassumersi cosi in poche lettere l’interessante progetto formativo nazionale denominato “A Scuola di Libertà”: Le Scuole imparano a conoscere il carcere. Un’ idea questa nata dall’esigenza di far incontrare e confrontare due realtà all’apparenza diverse ma strettamente connesse come quella della scuola e dei detenuti. Due mondi che devono conoscersi per riflettere insieme sullo stretto confine tra giustizia e trasgressione delle leggi sociali. Oggi 15 Novembre è il giorno scelto per riflettere attraverso numerosi eventi e attività in diverse città italiane delle problematiche legate al carcere e alle pene cercando anche di superare e sconfiggere i numerosi pregiudizi e luoghi comuni che sono, purtroppo ancora oggi molto comuni, quando si parla di queste tematiche. A Lanciano a farsi promotori di questa giornata oltre alle più importanti autorità cittadine, sono stati la Caritas diocesana di Lanciano-Ortona e la locale Casa Circondariale che, questa mattina presso il Teatro Fenaroli hanno ricevuto i ragazzi delle scuole frentane. Ad aprire il dibattito è stata la direttrice del carcere di Villa Stanazzo Maria Lucia Avantaggiato sempre molto attiva nella realizzazione di iniziative che come questa possano coinvolgere realtà troppo spesso emarginate come quella dei detenuti. Molto toccanti e sincere sono state invece le testimonianze di tre detenuti del penitenziario frentano: Berardino, Salvatore e Mario non senza emozione ed imbarazzo hanno raccontato davanti alla platea dei giovani, le loro vite e di come queste siano inevitabilmente cambiate dopo la detenzione nelle strutture penitenziarie. Ma attenzione: non c’era solo rassegnazione e tristezza nelle loro parole, ma anzi sono emerse soprattutto una rinnovata voglia di vivere e, una nuova speranza di chi con la fede e lo studio della Bibbia ma non solo può guardare oggi con occhi nuovi alle sfide di un futuro incerto. Ed è proprio questo come ha poi ribadito l’Arcivescovo Monsignor Emidio Cipollone: “l’insegnamento più grande che possiamo offrire a questi ragazzi, dimostrare come nonostante la perdita della libertà e degli affetti più cari si possa comunque trovare la forza per guardare avanti riprendendosi la propria vita all’insegna di una rinnovata fiducia e moralità”. E’ stato inoltre proiettato un breve documentario girato da alcuni ragazzi di diversi istituti scolastici della provincia di Padova che hanno cercato attraverso i loro brevi pensieri di immedesimarsi nello spirito e nelle sensazioni dei detenuti, mentre la Dott.ssa Rossana Piccirilli del Rotary Club di Lanciano ha presentato il progetto “Graffiti 2013” volto a decorare e ravvivare grazie alla street art di alcuni writers le strutture murarie del penitenziario di Villa Stanazzo, coinvolgendo in questa moderna forma d’arte tutti gli ospiti della struttura.