LANCIANO. Ancora dubbi sulla composizione del consiglio comunale. La prima applicazione pratica della legge antisprechi della finanziaria 2010 porta con sè diverse interpretazioni e strascichi di polemiche. A cominciare dal ricorso al Tar di Pescara presentato nei giorni scorsi dalla minoranza consiliare del centrodestra che fin dal risultato del ballottaggio aveva contestato l'applicazione del premio di maggioranza all'amministrazione Pupillo.
Il ricorso è stato firmato dai gruppi di coalizione della minoranza e contesta la ripartizione fatta dalla commissione elettorale che non avrebbe tenuto conto del risultato del primo turno del 51,58% di preferenza alle liste collegate al candidato di centrodestra Ermando Bozza.
E anche sul fronte della maggioranza c'è chi fa notare un errore nella composizione del consiglio comunale anche se in direzione del tutto opposta alla minoranza. E' il caso di Michele Marino e Romeo Pasquarelli, esponenti dell'Idv locale, che prospettano un consigliere in più per la maggioranza di cui la stessa Idv fa parte.
Il riferimento è proprio alle norme sul premio di maggioranza che stabiliscono, per la coalizione vincente al ballottaggio, il 60% dei seggi, mentre alla minoranza ne spetterebbe il 40%. "Dividendo il numero di 24 consiglieri per il 60% - fanno notare Marino e Pasquarelli - si ottiene il risultato di 14,4 che, secondo anche le recenti applicazioni di città simili a Lanciano come Busto Arstizio e Gallarate, dovrebbe essere arrotondato in eccesso per garantire la governabilità amministrativa".
L'amministrazione Pupillo, secondo la valutazione Idv, dovrebbe quindi comporsi di un altro consigliere. Il nuovo consiglio comunale dovrebbe essere ripartito in 15 seggi alla maggioranza e 9 alla minoranza invece che 14 e 10. Chi entrerebbe in consiglio sarebbe un consigliere eletto nelle file del Pd.