LANCIANO. La Sasi dovrà risarcire gli utenti che hanno pagato il canone di depurazione pur non usufruendo del servizio. Lo ha deciso il difensore civico regionale,l'avvocato Giuliano Grossi, che sollecitato dagli utenti, in particolare dei comuni montani come Gessopalena privi di sistemi di depurazione, ha chiesto ed ottenuto dal Ministero dell'Ambiente l'interpretazione autentica della legge per la "Individuazione dei criteri e dei parametri per la restituzione agli utenti della quota di tariffa non dovuta riferita al Servizio di Depurazione".
In pratica la legge prevede che la voce depurazione non deve essere inserita in bolletta se questa non viene effettuata. La Sasi, invece, la inseriva anche quando l’allaccio al sistema di depurazione non era funzionante, o addirittura inesistente.
Recepite le indicazioni del Ministero, la società che gestisce il servizio idrico integrato in 92 comuni del chietino ha già fatto sapere al difensore civico regionale che dall'ultima fatturazione non sono più applicate in bolletta le voci previste per il canone di depurazione per gli utenti che non usufruiscono del relativo servizio, che sono già stati pubblicati sul sito Web dell'azienda gli elenchi di tutti i clienti che hanno inoltrato richiesta di rimborso, e che si stanno mettendo in atto gli adempimenti necessari per restituire agli utenti aventi diritto la quota di depurazione corrisposta in assenza della erogazione del servizio stesso.
Devono seguire l’esempio della Sasi anche gli altri consorzi di gestione di acquedotti, depurazione e fognature della Regione. Le società che gestiscono il servizio idrico dovranno quindi eliminare dalle bollette le voci relative al canone di depurazione per gli utenti che non ne usufruiscono, pubblicare elenchi di utenti che avessero richiesto il rimborso per somme precedentemente versate e non dovute, e indicare dei criteri di rimborso eventualmente adottati per la restituzione delle quote di depurazione non dovute.