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I Riti della Settimana Santa a cura della Confraternita Morte e Orazione San Filippo Neri.

A cura della redazione
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Domani è la Domenica delle Palme, la domenica della pace e della riconciliazione, la domenica in cui Cristo entra festoso in Gerusalemme. E allo stesso modo, per Lanciano, la Domenica delle Palme segna l’inizio dei riti della Settimana Santa organizzati dall’Arciconfraternita Morte e Orazione.
L’Arciconfraternita è tra le più antiche in Italia, e nasce infatti nel 1608. Le tradizioni, in questi 400 anni, sono via via andate cambiando, ma la base resta la stessa: preghiera e commemorazione dei defunti e l’elemento dominante che ha contribuito a mantenere in vita questa istituzione fino ad oggi, ovverosia proprio i riti della Settimana Santa.
E tutto parte la Domenica delle Palme, considerato giorno di festa per la Chiesa e per lo stesso Sodalizio. Questa festa inizia con la solenne messa nella chiesa di Santa Chiara e con la lettura del Passio attraverso cui si ripercorre la Passione e la morte di Cristo. Si prosegue con l’esposizione dell’effigie del Cristo Morto, vero fulcro a cui ruota attorno tutta l’Arciconfraternita.
La festa continua nel pomeriggio, con la professione dei Novizi, i quali dopo un anno di preparazione, diventano Confratelli e Consorelle a tutti gli effetti. I nuovi Confratelli avranno così diritto ad indossare, oltre al tradizionale sacco nero, la corda di crine ed il Rosario, il medaglione simbolo di appartenenza e devozione all’Arciconfraternita. L’abito, come viene ricordato ogni anno dal Maestro dei Novizi, è prima di tutto un abito morale, che va portato e onorato 365 giorni l’anno, e non soltanto durante le Solenni Processioni del Giovedì e Venerdì Santo.
Ed è in questa occasione che abbiamo un primo assaggio delle musiche sacre dei Maestri Masciangelo, Ravazzoni e Bellini, che poi avremo modo di ascoltare in tutta la loro maestosità e pienezza nel tradizionale concerto del Mercoledì Santo.
Anche gli animi più gelidi, infatti, fin dalle prime note dell’Elegia per Orchestra, del Maestro concittadino Ravazzoni, si sciolgono ed entrano nel clima di penitenza e meditazione della settimana in cui ci accingiamo ad entrare.
Una volta conclusa quella che viene definita la “festa sociale”, il portone della Chiesa di Santa si chiuderà, per riaprire le porte ai fedeli il Giovedì Santo, ad ora crepuscolare, e riconsegnare alla città di Lanciano, la rappresentazione scenica del Santo Sepolcro.
Dietro quel portone chiuso, serrato ed oscurato, si celano il mistero del dolore ed il dramma della passione che, una volta aperte le porte, si faranno tangibili anche negli occhi degli animi più freddi e restii.
Buona settimana santa lancianese a tutti voi.

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