"Grave l'assenza, questa mattina, di interlocutori dell'esecutivo regionale. Capisco che il presidente preferisca dedicare il sabato a impegni familiari, ma avrebbe potuto delegare qualsiasi suo assessore, e invece stamani, qui all'Aurum, vedo solo, e lo ringrazio, il leader dell'opposizione, Luciano D'Amico. Questo la dice lunga su come questa Regione voglia affrontare il tema delicato di un'assenza totale di una legge sull'editoria". Sono le parole pronunciate da Stefano Pallotta, presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, in apertura dei lavori degli Stati Generali dell'Informazione che si sono tenuti ieri all'Aurum di Pescara. Presente il sindaco Carlo Masci.
"La crisi dell'editoria in Abruzzo è acuita dall'assenza di una Legge Regionale, propongo la Costituzione in Regione di un tavolo per la scrittura di questa legge, aperto a tutte le componenti", ha detto Gianguido D'Alberto, presidente Anci Abruzzo. "Al primo punto tutela dell'occupazione e libertà d'informazione: per uscire dallo stato di precarietà serve una legge strutturale e non fondi a pioggia, che tenga conto della trasformazione anche digitale, servono investimenti congrui alle esigenze. Investimenti anche per tamponare l'emorragia dei presidi che si vanno perdendo, non solo le testate giornalistiche, ma penso anche alle edicole, bisogna investire sulla cultura dell'informazione, coinvolgere le scuole. Insomma, non una legge manifesto, ma una normativa seria e strutturale".
Intervenuto anche il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, che ha affermato: "Stiamo vivendo a livello nazionale un momento critico, occorre una strategia coordinata e partecipata da tutte le componenti, quelle istituzionali, ma anche da tutti i portatori d'interesse per uscire da questa fase in cui l'Italia è fanalino di coda in Europa per quel che riguarda il sostegno all'editoria". Per Bartoli "servono risorse per dar vita a politiche virtuose, non è possibile che il 70% di queste vengano utilizzate per finanziare i prepensionamenti. Bisogna sostenere chi assume e chi applica contratti regolari rispetto a scenari che cambiano in modo repentino".
"C'è anche un problema legato alla libertà d'informazione. Tutte le ricerche internazionali dimostrano che c'è un problema europeo e anche italiano. Ci sono leggi, che sono state approvate, totalmente sbagliate, vedi quella sulla presunzione d'innocenza, e leggi che potrebbero essere approvate e che vanno assolutamente contrastate, come quella sulla diffamazione. Occorre una svolta dal punto di vista normativo e soggettivo. L'Italia - ha aggiunto Bartoli - è un Paese che fa eccezione per quel che riguarda le querele fatte da esponenti del Governo e del Parlamento nei confronti della stampa".
FOTO DI CLAUDIA FALCONE