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Settore forestale bloccato in Abruzzo, l’allarme lanciato da Agronomi e Forestali

Grave stallo che interessa boschi e foreste, ma anche tecnici specializzati a causa della mancanza di programmazione

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L’immobilismo regionale sul settore forestale abruzzese è ormai conclamato. Se nelle scorse settimane la Federazione dei dottori agronomi e forestali d’Abruzzo aveva insistito sull’importanza di avviare una programmazione seria del settore, anche in considerazione del fatto che il 43% del territorio regionale è coperto da foreste, ad oggi si trova a constatare che nulla è stato ancora fatto.

L’ente si associa al recente appello del presidente di Confagricoltura, Concezio Gasbarro e denuncia, ancora una volta, “’l’assenza di una politica forestale regionale e l’indifferenza totale verso i portatori d’interesse del settore”. Di qui la richiesta della Federazione di un incontro urgente con il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso e l’assessore regionale all’Agricoltura, Dino Pepe, per chiedere di rendere efficiente ed efficaci i servizi competenti che ruotano intorno al settore foreste, di riportarli tutti in una unica sede, Pescara, vicina ad uffici come il Demanio regionale, il Servizio Idrografico e lo stesso assessorato all’Agricoltura.

Ancora, la Federazione reclama una modifica del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 con la rimodulazione della dotazione finanziaria ritenuta troppo bassa per sostenere la ripresa demografica e quella delle economie montane e di modificare i compensi dovuti ai tecnici professionisti a cui attualmente viene riconosciuta una percentuale che risulta essere tra le più basse in Europa. A tal riguardo si evidenzia che diversi tecnici e comuni abruzzesi non sono ancora stati pagati totalmente e la Federazione dei dottori agronomi e dei dottori forestali è stata costretta a presentare, lo scorso luglio, un esposto alla Corte dei conti per smuovere le istruttorie e i pagamenti.

Altra richiesta riguarda la costituzione di un tavolo permanente sulle foreste in cui vengano convocati tutti gli attori del settore: Federazione regionale degli agronomi e forestali, associazioni professionali agricole, sindaci montani dei territori montani interessati dalla presenza di boschi, rappresentanti di ditte e consorzi e cooperative forestali, associazioni ambientaliste, parchi e riserve, comuni.

Uno degli aspetti più contingenti della programmazione del settore forestale riguarda infatti la selvicoltura, settore considerato dal regolamento UE numero 1305/2013, come parte integrante dello sviluppo rurale assieme allo sviluppo delle aree forestali e alla gestione sostenibile delle risorse boschive e delle aree montane. Eppure nel Psr 2007-2013 la pianificazione prevista è stata completamente disattesa a causa di bandi lunghi e inapplicabili. Stessa cosa sta per verificarsi con la programmazione attuale. La Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali insiste anche affinchè riparta il taglio sostenibile dei boschi. Secondo i dati rilevati dall’ex Inea (Istituto nazionale di economia agraria), oggi Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), in tutt’Abruzzo si è tagliato annualmente meno che nella sola Foresta umbra sul Gargano.

“Quello che vogliamo – chiarisce il presidente della Federazione, Mario Di Pardo - non deve far spaventare i cittadini, dal momento che il bosco cresce più di quello che sostenibilmente vorremmo prelevare. Anzi, bisognerebbe spaventarsi piuttosto dell’abbandono per gli incendi, il dissesto idrogeologico, il proliferare di fitopatologie e della legna comprata, sicuramente estera, e derivata, spesso, da tagli illegali nei paesi dell’Est.  Non si può oggi pensare che la Regione sia bloccata a causa di bandi inapplicabili e sia costretta a rimandare indietro soldi facilmente spendibili e utili al Pil regionale. L’ora delle foreste è giunta e la politica adesso ne deve prendere coscienza”.

 

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