LANCIANO - Avrebbe potuto essere il classico episodio di ritrovamento occasionale, destinato a rimanere al massimo tra le memorie familiari, ma una serie di corretti comportamenti ha portato ad una scoperta fuori dall’ordinario. Qualche settimana fa, mentre era intenta a sistemare il giardino in concomitanza con l’arrivo della bella stagione la madre di Alfio Fiamingo, studente all’ultimo anno del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Lanciano, si è ritrovata tra le mani un oggetto metallico mescolato al terriccio che era stato collocato sul sito durante i recenti lavori di costruzione della palazzina.
Il curioso ritrovamento ha subito suscitato la curiosità del ragazzo che ha sottoposto l’oggetto, tondeggiante, di piccole dimensioni e con una figura animale in rilievo, all’attenzione del suo professore di Storia dell’arte, prof. Umberto Nasuti il quale ha subito riconosciuto il manufatto come molto antico e sicuramente degno del massimo interesse e ha provveduto ad informare lo storico Domenico Maria del Bello arrivando alla conclusione che l’oggetto possa essere classificato come una moneta italica in bronzo realizzata a fusione presumibilmente databile al IV secolo a. C. e che mostra, tra l’altro, una curiosa somiglianza con il celebre asse librale, per altro certamente opera di fantasia, riportato da Omobono Bocache nei suoi volumi di storia frentana.
Il fortunato ritrovamento si è concluso presso la stazione dei Carabinieri di Lanciano, dove il prezioso reperto, testimonianza insostituibile della nostra storia, è stato consegnato dallo studente, accompagnato dal suo docente e da Domenico Maria del Bello, nelle mani del Capitano Massimo Capobianco che ha avuto parole di elogio per il giovane studente ricordando il fondamentale ruolo svolto dall’Arma dei Carabinieri per la tutela del nostro patrimonio storico artistico, ed ha provveduto a prenderlo in consegna e ad inviarlo presso la Soprintendenza competente per un più approfondito esame.
“Speriamo che comportamenti virtuosi come quello del giovane studente, - commenta Umberto Nasuti - che vive a Fossacesia, possano diffondersi e contribuire alla salvaguardia del nostro patrimonio storico e archeologico e che in futuro l’inestimabile e antico reperto possa essere esposto al pubblico. Speriamo anche che, - conclude Nasuti - in attesa degli studi degli esperti di settore, la comunità locale sappia riconoscere i meriti del giovane Alfio con la consapevolezza che la sinergia tra il singolo, la scuola, le istituzioni e le forze dell’ordine portano ad un rafforzamento e un arricchimento dell’intera collettiva che da oggi può contare su una nuova testimonianza del suo più antico passato.