La sera del 9 dicembre, “Caligola” di Albert Camus ha inaugurato la stagione di prosa 2013/2014 del Teatro Fenaroli. Una stagione che, malgrado l’attuale stato di crisi, è riuscita a garantire opere di E. Ionesco e A. Ruccello e artisti del calibro di Orso Maria Guerrini, Paola Gassman e Carlo Giuffrè.
La versione del “Caligola” che è stata proposta è quella in lingua italiana di Riccardo Reim, la cui regia è stata curata da Pino Micol, ieri sera presente in teatro. A rappresentarla in scena è stata la compagnia del Teatrozeta de L’Aquila, tra i quali ricordiamo il bravissimo protagonista Manuele Morgese.
“Caligola” è un’opera teatrale, elaborata da Albert Camus in diverse versioni dal 1937 al 1958 che, insieme a “Lo Straniero” e a “Il mito di Sisifo” entra a far parte della trilogia dell’assurdo. Lo spettacolo di ieri sera è una messa in scena della versione scritta a Parigi nel 1941 in cui Caligola, soprannome dell’imperatore Gaio Giulio Cesare Germanico che governò a Roma dal 37 al 41 d. C., non è solo il sanguinario tiranno divenuto folle in seguito ad una strana malattia che gli sconvolse la mente solo dopo sette mesi di regno, ma anche un uomo fragile e addolorato per la morte della sua sorella e amante Drusilla. In questo spettacolo, un’appassionata compagnia di attori sta portando in scena a Parigi Caligola, mentre fuori dal teatro si possono udire gli echi della seconda guerra mondiale dichiarata da Hitler, uno dei più folli dittatori di tutti i tempi. Sembra quasi che i due piani storici di una stessa realtà debbano viaggiare in parallelo ma mai incontrarsi, affinché i versi e la poesia dell’opera non possano essere contaminati e sporcati dalla cieca violenza nazista che rimane fuori della porta del teatro.
In “Caligola”, Albert Camus porta in scena il potere inteso come possesso dell’altro. Caligola, come Hitler o chiunque si sperimenti entro dinamiche di potere, ha la pretesa di avere il controllo sui destini delle persone innalzandosi addirittura fino agli Dei. Per questo imperatore romano essere uguale agli Dei è essere crudeli come loro. Solo la morte improvvisa della sua amata sorella e amante Drusilla sembra contrastare il suo delirio di onnipotenza e la sua crudeltà. La tenerezza e l’amore per Drusilla sono riusciti a renderlo vulnerabile e disperato.
Caligola, secondo la storia, muore a soli ventinove anni a causa di una congiura ordita da senatori e cavalieri. Ma non è racchiudendolo nella memoria storica che ce ne potremo sbarazzare davvero.