Con la sua sagoma inconfondibile che, domina lo”skyline” del quartiere Lancianovecchia, la Torre di San Giovanni guarda da secoli tutti quelli che all’ombra della sua mole transitano lungo le strade del nucleo antico della città. Del resto proprio la zona in cui sorge quest’importante testimonianza del florido passato medievale di Lanciano è secondo gli studiosi una dei più antichi e ricchi di storia della città. Durante gli scavi archeologici eseguiti nel 1992 in Largo San Giovanni, sono stati rinvenuti materiali ceramici risalenti all’età del ferro (sec. IX a.C.) e i resti di due complessi monumentali con strutture “in opera quasi reticolata” databili tra il I sec a.C. e il I sec. d.C. Altre strutture appartenenti probabilmente ad una preesistente Chiesa paleocristiana sono state scavate alla profondità di mt. 2,50 sotto l’area della chiesa di San Giovanni mentre, poco a valle di fronte a Palazzo Vergilj in Via dei Frentani, sono venuti alla luce frammenti ceramici di epoca bizantina (sec. VI-VII d.C.). Questi ritrovamenti testimoniano la frequentazione del nostro sito sin dalle epoche più antiche della preistoria, quel che resta oggi, ovvero quella che noi chiamiamo erroneamente torre, è in realtà il campanile dell’omonima Chiesa. Questo edificio era infatti, una delle cinque parrocchie del quartiere Lancianovecchia. Testimonianze e memorie su questo antico luogo di culto ci sono state tramandate dallo storico Marciani nei suoi “Regesti” in cui riferisce che nella chiesa era conservata un tela del Salvatore e un affresco raffigurante Santa Maria di Costantinopoli attribuito al pittore Giacomo Di Campli. Notizie certe su quale fosse l’aspetto della chiesa non ci sono, probabilmente il portale d’ingresso era ogivale e realizzato in pietra arenaria. Certamente essa nel 1515 quando venne istituito il Vescovado di Lanciano aveva già una sua parrocchia con diverse anime mentre, nel 1796 appartenevano alla chiesa 560 fedeli. Nel 1827 San Giovanni, insieme alle altre tre parrocchie di Lancianovecchia (San Biagio, San Lorenzo e San Martino), fu aggregata a quella di Sant’Agostino. La chiesa di San Maurizio, antico patrono della città fu abbattuta nel 1825 ,mentre quelle di San Martino e San Lorenzo vennero demolite nel 1846. San Giovanni sopravvisse fino all’aprile del 1943 quando, a causa degli eventi bellici della II° Guerra Mondiale, dopo il violento bombardamento alleato ad eccezione della torre superstite andò completamente distrutta. Quel giorno nel quartiere morirono quattro donne e le macerie della case crollate ostruirono per molto tempo i vicoli del quartiere. Rimase quindi il solo campanile che, può essere datato alla seconda metà del XIV secolo ed è simile per foggia e fattura alle coevi torri campanarie di San Biagio, Sant’Agostino e San Nicola. La sua pianta è a forma quadrata d’impostazione lombarda detta poi del tipo “Lancianese” per i caratteristici marcapiani con archetti triangolari su mensole sporgenti in laterizio,frutto della collaborazione delle maestranze lancianesi con quelle comasche. La struttura muraria è mista di mattoni e pietrame calcareo con cantonali in blocchi di arenaria squadrati. Della cella campanaria rimangono soltanto quattro grossi pilastri in mattoni pieni che sorreggevano la copertura a tetto spiovente.
Nonostante quindi,risulti essere uno delle testimonianze monumentali più antiche della città, la Torre versa da diversi anni in un profondo stato di incuria e degrado, comune tra l’altro a numerosi monumenti cittadini che, ne ha minato il bell’aspetto originario. Per fortuna da circa tre anni il nostro monumento è stato “adottato” dall’Associazione culturale “Amici di Lancianovecchia” che, nella persona del suo presidente il prof. Raffaele Filippone si è posta come obiettivo il suo restauro e riqualificazione. A tal proposito molto è stato già fatto: si è provveduto per prima cosa ad avere dalla Curia il comodato d’uso dell’edificio, passo questo fondamentale (visto che l’immobile è di proprietà dell’Arcivescovado) in seguito è stato realizzato un interessante progetto di restauro che ha visto anche l’approvazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Prima dell’inizio dei lavori veri e propri sono stati ripuliti i vani interni della Torre, ostruiti da montagne di rifiuti di ogni genere, con il cantiere che è stato ufficialmente aperto nell’ottobre scorso e, con il monumento che in futuro potrebbe ospitare un piccolo centro di documentazione storica sul quartiere. Il problema maggiore,come in molti casi simili a questo,resta purtroppo quello dei finanziamenti da reperire visto che, l’intera somma necessaria non può essere certo sostenuta dai soli associati. Soci che però non si sono di certo rassegnati e con svariate iniziative che vanno dal tesseramento a cene d’epoca passando per gare di burraco o pesche di beneficenza, stanno cercando in tutto i modi di raccogliere perlomeno qualche somma utile a questo scopo. Riuscire in questo “bel sogno” come dice lo stesso presidente del sodalizio sarebbe un segnale positivo soprattutto nell’ottica di quella tanto sbandierata rivitalizzazione del centro storico con cui molte, forse troppe amministrazioni comunali, si sono riempite la bocca per anni senza poi dare seguito ai fatti. Certo il restauro di un monumento,seppur antico ed importante come la torre, non risolverebbe di sicuro le difficoltà di un quartiere problematico come Lancianovecchia ma, sarebbe comunque un “raggio di sole in tempi grigi” come i nostri in cui la Cultura è vista come una perdita di tempo e la vittima preferita dei tagli indiscriminati di tutte le amministrazioni pubbliche.