Era prevedibile che a livello internazionale tutto ciò che riguarda il “nostro italico gioco d'azzardo ed i nostri casino online” possa suscitare qualche perplessità: vuoi per le normative restrittive che via via vengono sciorinate dai vari Comuni e dalle Regioni ed ora anche con i divieti sulle redemption. Ne segue che un colosso come Bandai Namco “ci bacchetti” relativamente al mercato tricolore del gioco, sottolineando che diventa sempre più difficile parlare di intrattenimento con il nostro Paese che “non finisce mai di stupire”.
Il responsabile per l'Europa di questo colosso commenta laconicamente l'andamento del mercato italiano, evidenziando come la “famigerata questione territoriale” vada ad inglobare anche il settore dell'amusement e di questo se ne parla, di conseguenza, anche all'estero (e si crede non in modo positivo, ovviamente): questo non può deporre a favore del nostro mercato che verrà “tagliato fuori”, se non relativamente ai classici videogiochi che è veramente un segmento assai ristretto, dalla parte più corposa del mercato internazionale.
In ogni caso, senza ombra di dubbio, si crede che all'estero l'atteggiamento del nostro Paese non si riesca a comprendere, visto che anche gli altri Stati, sopratutto quelli europei, sono a conoscenza di quanto il Governo italiano possa ricavare (ed ha ricavato negli ultimi dieci anni) dal settore ludico. E, molto sinceramente, neppure l'industria italiana del gioco si rende conto del motivo per cui vengono messi così tanti “bastoni tra le ruote” ad un settore “particolarmente redditizio” pur anche considerando tutti i discorsi negativi che “gli girano attorno”. Discorsi negativi che, oltretutto, per il mercato “maggiore” non sono comprovati da dati statistici reali ed appurati, mentre per ciò che riguarda quello “minore” è lapalissiano che di negatività, certamente, non ne è portatore: se non in qualche particolare mente distorta e disfattista che vede “il male demoniaco” in qualsiasi forma di gioco-divertimento.
Anche Bandai Namco sottolinea che il mercato italico del gioco e non dei casino online puri aveva conosciuto un particolare slancio nello scorso anno, essendo stato un anno positivo nonostante tutte le premesse della “questione territoriale”, sopratutto con il prodotto “Moto Gp” che ha avuto un grande successo di pubblico sul nostro territorio. E visto che non si può parlare, per il momento, di altri giochi ma solo di videogame, per quanto riguarda l'Italia anche per quest'anno si ripongono ancora tante speranze di un ottimo risultato con una serie di titoli innovativi.
E questo, naturalmente, sperando che “i bastoni tra le ruote” finiscano per “bruciare” e che si liberi, almeno, il comparto dell'amusement che di “caccia alle streghe” non ne ha proprio bisogno visto che in questo segmento del gioco vi sono esclusivamente prodotti studiati e messi in produzione solo per “i più piccoli” e che certamente non vogliono condurre alla dipendenza dal gioco.
Senza dimenticare che questo segmento è già pronto a “soppiantare” il gioco d'azzardo con vincita in danaro visto che quest'ultimo continua ad essere “perseguitato” da ordinanze più che restrittive che lo costringono “all'angolo”. L'amusement, quindi, potrebbe essere un alternativa per dare agli esercenti qualche changes in più per “raddrizzare” i propri incassi veramente ridotti all'osso da tutto quello che sta accadendo attorno alle apparecchiature da intrattenimento con vincita causato, si ripete ancora una volta, da una mancata visione realistica della situazione del gioco.