Lanciano a Lione con uno spettacolo su Marcinelle

La Compagnia Teatrale “Il Piccolo Resto” e l’Altritalia portano in scena “Nessuno lo sapeva che eravamo santi”

Il piccolo resto - Altritalia
09/11/2016
Arte e cultura
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Lo spettacolo “Nessuno lo sapeva che eravamo santi”, liberamente tratto dall’omonimo poemetto di Eraldo Miscia (poeta e scrittore nato a Lanciano nel 1920), drammaturgia e regia di Eva Martelli, prodotto dalla Compagnia Teatrale “Il piccolo resto” e L’Associazione L’Altritalia, verrà rappresentato con un nuovo allestimento a Lione, presso la Salle Paul Garcin, venerdì 11 novembre 2016, ospite dell’Istituto di Cultura Italiano, nell’ambito delle Manifestazioni legate al 60° anniversario della tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956.

Il lavoro drammaturgico e registico di Eva Martelli è incentrato sull’evocazione di squarci di quotidianità al femminile. Undici donne in scena,  attraverso una gestualità rituale legata al lavoro domestico e alla terra,  si fanno testimoni della tragedia e diventano portatrici di memoria. Emerge il ritratto dell’Italia del dopoguerra, la povertà, il bisogno del riscatto sociale, le discussioni nelle Case del Lavoro, ma anche i rapporti familiari e sociali, la condizione femminile.

Occasione di riflessione sul diritto al lavoro, sulla sicurezza, sulla nuova emigrazione, sull’odierno Paese allargato qual è la Comunità Europea, costituito da generazioni di stranieri. Lo spettacolo rientra in Progetto di ricerca che coinvolge il territorio abruzzese attraverso stage di teatro, raccolta di testimonianze, scrittura e traduzione in lingua francese.

 

Nessuno lo sapeva che eravamo santi

liberamente tratto dall’omonimo poemetto di Eraldo Miscia

drammaturgia e regia  di Eva Martelli

con  Giovanna Azzarà, Dominique Berardozzi, Emanuela D’Ortona, Paola Di Diego, Gianna Di Donato, Paola Ferretti, Beatrice Fosco, Milly Luna, Paola Mantini, Antonella Menna, Antonella Scampoli 

ricerca musicale Armando Minutolo

luci e fonica Attilio Martelli

organizzazione Gianna Di Donato

contributo drammaturgico Irene Giancristofaro

traduzione in lingua francese Dominique Berardozzi

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