LANCIANO – Tre gli spettacoli teatrali che vanno ad aggiungersi al cartellone del Settembre Lancianese in questa edizione 2016, insieme al Teatro Studio di Lanciano e per la regia di Rossella Gesini.
Saranno 3 le serate per il pubblico nel Teatro Fenaroli, prima di entrare nel clou degli appuntamenti delle feste, tra tradizione e lancianesità.
Il primo appuntamento è per domani, martedì 6 settembre con “L’Anniversario”, spettacolo dove un gruppo di agiati e “carissimi” amici vengono invitati a cena dall’amico Charles e dalla moglie Myra per festeggiare il decimo anniversario di matrimonio. “Uno sparo, sangue, sparizioni, una pentola vuota, un cestello del ghiaccio senza ghiaccio agitano la scena… - come scritto nella nota di presentazione - Come reagiranno i commensali quando si renderanno conto del rischio di essere coinvolti in uno scandalo? Tutti vanno alla ricerca della propria verità, portando allo scoperto i vizi e le debolezze del loro mondo tra bugie, equivoci , malintesi e chiacchiere e pettegolezzi.”
A seguire nella serata di mercoledì 7 agosto, e sempre alle 21.00, il Teatro Studio porta in scena “Otello” tratto da Shakespeare, una pièce che ci racconta come tutti siamo vittime di una parte di noi stessi che ci rende vulnerabili e autodistruttivi, e in ognuno di noi esiste quella parte oscura e non risolta che ci fa precipitare nel vuoto e nell’oscurità. “Basta un nulla per trasformare una roccia in polvere e mettere l’uomo di fronte al suo “dubbio”, al sospetto, che come una coscienza parallela spacca in due l’uomo facendolo precipitare nella schizofrenia”.
A chiudere il ciclo di spettacoli è “Salomè”, tratto dalla versione drammaturgica, ad opera di Oscar Wilde, del celebre episodio biblico, nella serata di giovedì 8 settembre alle 21.00.
Lo spettacolo, grazie all’attenta e a tratti visionaria regia di Rossella Gesini, rappresenta il potere funesto del desiderio che si articola e manifesta in intensi giochi di sguardi. “La passione, alimentata e preceduta dalla vista, può essere negata soltanto dalla forza morale di Iokanaan, che sul punto di cadere in tentazione, sceglie di rifugiarsi coprendosi gli occhi con una benda che diventa suo tratto distintivo. Il buio dell’antica cisterna, prigione del profeta, racchiude in sé i tratti più oscuri dei singoli personaggi del dramma: è epifania della coscienza di Erode, attraverso le parole del vaticinio, è sede dell’insaziabile smania di Salomè, è riflesso della colpa adultera di Erodiade. Come nella principessa arde l’ossessione per la bocca di Iokanaan, così Erode è appagato soltanto da Salomè e dalla sua sensuale danza. Tuttavia, nel tragico compiersi della trama, ciascun amante sarà funesto per l’amato”.