Riconsegnato alla città il bene confiscato all’illegalità

“Lo Stato vincerà le mafie, ma solo se lo vuole”, a dirlo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.

Martina Luciani
12/12/2015
Attualità
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LANCIANO - E’ stata una mattinata dedicata alla legalità quella appena trascorsa a Lanciano, non solo a parole, ma con un forte esempio sul territorio. Dopo l’incontro sul tema “La restituzione alla comunità dei beni confiscati alla criminalità come attuazione dei valori costituzionali di legalità e solidarietà” nella sala Gennaro Paone della Bper, ci si è spostati in Villa Andreoli, dove il terreno confiscato alla illegalità è stato ufficialmente riconsegnato alla città di Lanciano da parte dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata così da poterne fare un orto urbano.

La riconsegna ufficiale, a cui erano presenti il sindaco Mario Pupillo, il procuratore della Repubblica di Lanciano Francesco Menditto, il Procuratore Antimafia Franco Roberti, il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistrature Giovanni Legnini, il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati Umberto Postiglione, ed il responsabile nazionale per i beni confiscati di Libera Davide Pati, è stata preceduta dall’interessante convegno a cui hanno partecipato gli studenti delle scuole del territorio.

I ragazzi si sono mostrati interessati ai racconti dei relatori ed hanno proposto loro domande per capire meglio che cos’è la mafia, come funziona e come è possibile sconfiggerla.

Se lo Stato vuole, vincerà sulla mafia, ma deve volerlo. - è il commento del procuratore Roberti sul controverso rapporto Stato-mafia - ciò che non dobbiamo più fare è negare la presenza, endemica della mafia nella nostra vita. Quando non la considereremo più solo come un’emergenza - ha proseguito - riusciremo a sconfiggerla”. Interessante il ricordo della sua esperienza al fianco di Giovanni Falcone e di come il giudice assassinato dalla mafia, già allora, avesse capito l’importanza di un organo di coordinamento nazionale che potesse relazionarsi con i suoi omologhi esteri per un’azione, più ampia, congiunta.

Di grande impatto anche le testimonianze di Postiglione e Pati che hanno sottolineato l’importanza di utilizzare socialmente questi beni confiscati per far sì che, oltre alla confisca, sia vivo e tangibile anche il riscontro per la comunità. “E’ importante tradurre un’esperienza così importante in un messaggio direttamente rivolto ai cittadini, in questo caso le scuole - ha commentato Postiglione nel suo intervento - e fare il migliore uso possibile di questi beni affinché a beneficiarne sia la comunità”.

“Sottolineo la necessità di percorsi di riutilizzo dei beni per fini educativi, sociali e di lavoro dei più deboli - gli ha fatto eco Pati - solo così il loro ‘viaggio’ si può dire davvero concluso”.

Se è vero, come ha detto Legnini che “il vero contrasto delle mafie nasce con la cultura della legalità nelle scuole”, oggi a Lanciano, c’è stato un bel passo avanti.

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