Bocconotti di Castel Frentano, profumo di casa

La ricetta originale del bocconotto, fiore all’occhiello della tradizione abruzzese

Claudia Crognale
29/11/2015
Enogastronomia
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Il bocconotto di Castel Frentano è una delle prelibatezze gastronomiche protette dal mio sistema olfattivo. Sì, l’olfatto è un senso molto sensibile e come fosse l’Unesco individua e protegge le meraviglie. Infatti, saldato nella mia memoria olfattiva c’è quel profumo inebriante di zucchero che con una potenza istantanea mi riporta all’infanzia. Sarà che i miei nonni erano originari di Castel Frentano, paese della Provincia di Chieti di circa 4000 abitanti, o che in ogni festa comandata a cui prendo parte c’è immancabilmente lui, il bocconotto a suggellare la festa. Con il tempo è diventato anche un collante tra i cugini, fuori sede e non che provano (più o meno con risultati vani) a riprodurne il pregio. Ci si confronta sulla versione utilizzata e sulle varianti apportate. Le modifiche, spesso, sono necessarie e riguardano le quantità abnormi riportate nelle ricette di nonne e zie. “100 bocconotti nonnò ma non ti spaventare tanto non si rovinano”, ci dice una zia, ma immaginate nella mia cucina di Milano, dove a stento riesco a conservare semi di sesamo e bacche di goji dove potrei collocare 100 fagottini traboccanti di grasso e affetto. Questo meraviglioso dolcino pare risalga alla fine del 1700, quando il cioccolato e le mandorle iniziarono ad essere reperibili nella zona. Inizialmente era riservato alle tavole dei nobili, gli unici a disporre degli ingredienti. Bisogna aspettare i primi del 1900 affinché diventi un dolce di tradizione popolare, fedelmente tramandato dalle famiglie di Castel Frentano.

La ricetta è un dono, un’eredità preziosa, perché si sa le autentiche “formule” regionali sono segrete, segretissime. Ma possiamo provare ad avvicinarci, il sito del Comune di Castel Frentano riporta:

(rigorosamente per una dose di 100 bocconotti):

• Per la pasta:
• 40 tuorli d’uovo 
• un kg di zucchero 
• 1/2  l di olio di oliva 
• un bicchiere di liquore dolce (Aurum) 
• le bucce di due limoni grattugiate
• farina al bisogno (assicurandosi che la pasta non sia troppo dura)                                                                                                              

• Per il ripieno:
• 3 l d’acqua
• un kg di zucchero 
• un kg cioccolato
• un kg di mandorle tostate e tritate 
• aroma di cannella 
• 20 tuorli d’ uovo

Per il procedimento prendetevi del tempo…

Mettete a bollire l’acqua con lo zucchero, facendo sciroppare il tutto. Aggiungete le mandorle (tostate), il cioccolato e la cannella (poca). Aspettate che il composto si raffreddi, aggiungete i 20 rossi d’uovo e sbollentate.

Conservate il composto e dedicatevi all’involucro di frolla.

Montate i tuorli con lo zucchero, aggiungete l’olio, la buccia grattugiata dei limoni e incorporate gli albumi di 2 uova, precedentemente montate a neve. E’ il momento più delicato, aggiungere la farina. Non esistono dosi, quanto basta a asciugare l’impasto evitando che diventi eccessivamente solido.

Procedete a oliare le formine, disponetevi uno strato di frolla sottile, riempite con la farcitura e con un dischetto di pasta chiudete il fagottino. La forma è guidata dagli appositi pirottini.

Infornate a 180 gradi e quando avranno raggiunto il colore ambrato sono pronti.

Una volta intiepiditi e disposti su una teglia ricopriteli di una generosa dose di zucchero a velo.

Godetevi la ricetta e visitate Castel Frentano…

                                                                                                                                        

                                                                                                                                         

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