Dopo i primi week end in spiaggia, gli abruzzesi hanno dovuto fare i conti con una realtà “marittima” poco piacevole.
In molti tratti di costa, infatti, lo scenario che ci si è trovati di fronte non è proprio da cartolina. Su molte spiagge della provincia di Chieti, da Ortona, fino al lido Le Morge a Torino di Sangro, è apparsa una schiuma bianca che dall’acqua arriva fin sulla sabbia e che in molti hanno collegato ai depuratori sequestrati non funzionanti.
Nonostante le bandiere blu ed il riconoscimento delle 4 vele Legambiente, la qualità delle acque di balneazione abruzzesi continua a peggiorare inesorabilmente.
La classificazione 2015 della giunta regionale, analizzata dal Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, fatta sulla base delle indicazione dell’Unione Europea, divide la costa in 4 classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente, scarsa.
E in Abruzzo, ciò che appare subito evidente, è un ulteriore peggioramento dagli ultimi anni, con la classe peggiore (qualità scarsa) aumentata dal 13,8% del 2013, al 22% del 2015. E contemporaneamente, la classe migliore (eccellente) scesa dal 68% del 2013, al 40% del 2015.
Impietoso risulta anche il confronto con le regioni limitrofe (per la classe eccellente: Emilia Romagna 94%, Marche 85% e Puglia 99,2%).
E la direttiva europea prevede che, alla fine quinquennio di classificazione, sarà imposta la chiusura definitiva alla balneazione dei tratti costieri in cui la qualità delle acque è classificata come “scarsa”. Con i dati alla mano, più di 1/5 della costa abruzzese.
“Se i nostri corsi d'acqua sono stati ridotti a fogne e i depuratori per oltre il 50% non funziona bene (o per nulla) - dichiara il Forum Acqua - come accertato dal Corpo Forestale dello Stato lo dobbiamo ad una politica dissennata di gestione della cosa pubblica che ha massacrato anche le opportunità di lavoro, visto che non sono stati fatti investimenti in cantieri per depuratori e reti per centinaia di milioni di euro. Un fiume di denaro sparito in meandri opachi che possono creare consenso dopato ma che alla lunga uccidono l'intera comunità. - conclude il Forum Acqua - Questi sono i risultati. Se nessuno paga e anzi si costruiscono ulteriori carriere cavalcando il disastro di cui si è corresponsabili non risolleveremo questa situazione”.
Secondo i dati dell'ARTA (Agenzia Regionale Tutela Ambiente), le nostre acque sono sotto controllo e i valori venuti fuori dalle rilevazioni non superano i limiti di legge.
Dov'è la verità?