Charlie Hebdo, l'Isis e la laicizzazione secondo Giulio Borrelli

Borrelli: "tolleranza è niente violenza ma anche libertà di criticare"

Francesca Colacioppo
01/03/2015
Associazioni
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Si è tenuto ieri 28 febbraio, presso il Palazzo degli Studi di Lanciano, l’incontro-dibattito dal titolo Charlie e il califfo, uno scontro di civiltà?, organizzato dal Rotary club Lanciano. Ad accogliere la gremita sala è stato il presidente della stessa associazione, Fabio Lombardi, che ha poi lasciato la parola al moderatore Lucio Valentini, giornalista Rai e al relatore della serata, l’ex direttore del TG1, Giulio Borrelli.

Introdotto il tema dell’incontro finalizzato ad informare la gente sulle nuove dinamiche del mondo arabo e sui reali pericoli dello stato islamico, con una breve digressione al 2001, Valentini ha presentato il relatore Giulio Borrelli, all’epoca dei fatti corrispondente Rai negli Stati Uniti. Quest’ultimo, nel suo intervento, ha tenuto subito a ricordare con affetto quelle sale, dell’odierno Palazzo degli Studi, che un tempo accolsero gli studi liceali del futuro direttore TG1.  Inizialmente, ci spiega Borrelli “ il titolo del dibattito sarebbe dovuto essere “ Anche Charlie ha una mamma” , tra l’altro - aggiunge -  violentata ed offesa, ma sarebbe potuto sembrare fin troppo polemico, così abbiamo preferito un quesito a risposta aperta”.

“È limitativo discutere sul carattere provocatorio delle vignette, del resto io stesso non sono particolarmente appassionato di questo genere di satira ma bisogna sottolineare quanto la libertà di espressione sia fondamentale per la Francia e per la sua storia” prosegue l’ex direttore che citando il noto politologo americano Huntington centra il nucleo della questione, lo scontro della civiltà come caratteristica principale della nostra epoca.

Offrendo una puntuale spiegazione dell’ISIS e della sua origine, quella cioè di uno stato autoproclamato sorto circa un anno fa, che si è impossessato di parti della Siria e dell’Iraq e che oggi, muove guerra all’occidente, Borrelli invita a non demonizzare tutto il mondo musulmano e nello stesso tempo a non colpevolizzare l’occidente e gli Stati Uniti.

“Tolleranza - per l’ex direttore significa niente violenza e vuol dire rispettare ogni religione ma avere anche la libertà di criticare” e continua il suo discorso cercando di rintracciare le cause del conflitto tra Islam e occidente sostenendo che “è la scarsa conoscenza che il mondo islamico ha del mondo moderno, è la scarsa istruzione dunque a condurre questo popolo verso lo scontro, è dunque fondamentale – prosegue - aiutare l’Islam a sperimentare un processo di laicizzazione”.

“È necessario difendere i nostri valori di democrazia ma anche non vergognarsi di impiegare le forze armate, l’esercito, laddove la minaccia diventa incombente e gli interventi pacifici si sono esauriti senza risolvere il problema” così afferma ribadendo la concretezza di un ragionamento che non deve lasciare spazio ad ipocrisie e a teorie novecentesche. Borrelli evidenzia, dopo un’attenta analisi, la possibilità di una minaccia reale verso il nostro paese anche se sostiene la necessità di agire con prudenza e “con nervi saldi senza per questo essere passivi”.

Rispondendo infine ad una delle domande degli intervenuti in sala, l’ex direttore spiega con sostenuta enfasi che i motivi per i quali i fondamentalisti combattono le democrazie occidentali si devono in fondo far risalire oltre ai noti sviluppi storici a partire da Solimano il magnifico sino alle novità geopolitiche seguite alle guerre mondiali anche “alla loro classe dirigente costituita da clero, politici e militari, ma che si è rivelata incapace di gestire le situazioni”.

Conclude l’incontro, dai toni a tratti animati, il presidente del Rotary che palesando la soddisfazione per i contenuti venuti fuori dal dibattito e soprattutto per l’intervento di Giulio Borrelli, ha offerto a quest’ultimo il gagliardetto del club.


 

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