"Faremo tutto ciò che il diritto ci consente. La mia opinione è che l'opera non andava fatta, ma ho ereditato procedure avanzate. Affideremo a una competenza indiscutibile, la presidente del Comitato Via Cristina Gerardis, la lettura ultima della vicenda, sapendo che siamo arrivati al 91/o minuto". Sono state queste le parole del presidente Luciano D’Alfonso sull’elettrodotto Villanova-Gissi, a seguito del consiglio regionale straordinario di ieri, martedì 24 febbraio. "Ci rimane una contorsione che non escludiamo di realizzare - ha concluso il governatore - costituirci a sostegno di quanti hanno attivato il contenzioso".
Sono state parzialmente ripagate le attese del Cast, Comitato Ambiente Salute e Territorio, che si sta battendo affinché l’elettrodotto non veda la luce e nutriva speranze per il consiglio regionale di ieri.
“Il Forum Movimenti per l’Acqua - si legge in una nota del Cast - ha reso noto da alcuni giorni il dossier sull’Elettrodotto Villanova-Gissi inviato ad Enti e Autorità ministeriali che denuncia evidenti incongruenze progettuali dell’opera. Le riserve sulla collocazione dei sostegni in zone sensibili dal punto di vista idrogeologico si aggiungono così alle censure da tempo contestate circa il passaggio della linea troppo vicino agli abitati residenziali e circa la mancata concertazione con i Comuni e l’incompletezza delle fasi di VAS (Valutazione Ambientale Strategica)”.
A seguito di questo dossier “è urgente riflettere adesso sull’opportunità di chiedere soluzioni alle istituzioni politiche che ridiano il giusto peso alle valutazioni sulla fattibilità tecnico-localizzativa dell’infrastruttura - dicono ancora dal Cast - se queste valutazioni sono mancate quando il direttore Sorgi era dominus di decisioni come quelle sui criteri localizzativi e sulla convalida del corridoio di massima, prese con le cosiddette determine fantasma”.
E queste stesse criticità del progetto, sono finite ieri sera, nell’ampio servizio che il Tg2, all’interno dello spazio Dentro la notizia, ha dedicato all’elettrodotto Villanova-Gissi. La troupe della rete nazionale ha visitato i cantieri dei piloni dell'elettrodotto, alcuni dei quali ubicati in zone a forte dissesto idrogeologico. Alle perplessità ha cercato di rispondere Adel Motawi della Terna: “Queste frane non sono un problema, perché hanno una profondità di scivolamento di circa 10 metri, le fondamenta dei nostri piloni arrivano a trenta metri. Sembra un paradosso, ma il traliccio aiuterebbe a consolidare il il terreno”.
Intanto la Terna, dopo Pescara, si prepara ad un open day a Lanciano, il prossimo 2 marzo, per presentare il progetto a comunità, territorio, rappresentanti istituzionali compresi. C’è chi assicura che sarà un boomerang a cui interverranno solo tanti manifestanti per gridare ancora il proprio no.