LANCIANO - E' accusato di maltrattamenti familiari ai danni della convivente e della figlia neonata e di lesioni aggravate nei confronti della piccola un giovane 32enne di Lanciano nei confronti di cui il sostituto procuratore Rosaria Vecchi, nella giornata di ieri, ha notificato una misura cautelare.
Verso la metà di gennaio scorso, l’indagato, con la convivente, aveva accompagnato la figlia, di circa un mese, al pronto soccorso poiché la bimba piangeva in maniera inconsolabile.
Stessa situazione nei giorni successivi e sempre per lo stesso motivo, inducendo i sanitari a ritenere che la piccola soffrisse di coliche dovute all’assunzione di latte artificiale e consigliavano pertanto i genitori di rivolgersi al proprio pediatria. Il pediatra, nei giorni successivi, durante una visita, si è accorto uno strano gonfiore sulla coscia sinistra della neonata, da qui la scoperta di una frattura scomposta del femore.
Le confuse modalità riferite circa la dinamica attraverso la quale si era verificata la frattura, hanno indotto i sanitari ad allertare il commissariato di Polizia..
Nell’immediatezza l’indagato, interrogato dagli agenti, ha sostenuto che la frattura fosse stata causata dalla esuberanza del fratellino, poco più grande, che sarebbe caduto addosso alla sorellina, durante il cambio del pannolino, procurandole la lesione accertata.
Versione che presentava varie zone d’ombra e che non convinceva il P.M. e la Polizia Giudiziaria che, attraverso successivi e reiterati esami dei testi e dei familiari, sono riusciti a ricostruire quanto accaduto. Secondo le indagini, il 32enne, nel corso di una lite con la convivente, ed in preda ad una crisi di nervi, ha strattonato la figlia procurandole le lesioni.
La paura delle conseguenze del suo gesto lo hanno portato, irresponsabilmente, a non riferire l’accaduto lasciando che la piccola rimanesse per diversi giorni con l’arto fratturato senza tenere in alcuna considerazione che ad ogni cambio dei pannolini la gamba veniva sottoposta ad ogni tipo di movimenti, di per sé normali, ma che in presenza della frattura provocava alla neonata dolori neanche immaginabili.
L’attività investigativa ha inoltre evidenziato una serie di maltrattamenti che l’indagato rivolgeva oltre alla piccola, rea di piangere troppo, anche alla sua convivente attraverso morsi e strattonamenti, continue vessazioni fisiche e psicologiche tanto da indurre la donna a pensare ad un suo allontanamento dal convivente violento, da qui la lite che ha avuto come conseguenza la frattura del femore della piccola.