LANCIANO - Nonostante gli anni passino, 71 per la precisione, Lanciano continua ad omaggiare i suoi martiri che, il 6 ottobre 1943, si opposero con coraggio e forza agli invasori tedeschi. E questa mattina, dal piazzale della stazione, fino in piazza Martiri Lancianesi, come ogni anno, istituzioni, scuole e semplici cittadini, si sono stretti attorno al ricordo di chi ha combattuto per la libertà di Lanciano e dei propri nipoti.
Un corteo colorato, ma composto, ha accompagnato il gonfalone della città di Lanciano che reca fiero la medaglia d'oro al valor militare, l'unica città ad averla per questi motivi, in tutta la linea Gustav.
Una cerimonia sempre toccante, con il ricordo dei partigiani ancora in vita e con le parole dei bambini che, soprattutto attraverso il racconto dei loro nonni, hanno imparato a conoscere i martiri e a chiamarli per nome, come fossero persone di famiglia.
Dopo l'apposizione della corona, presso il monumento ai caduti del 6 ottobre, il ricordo di tutte le vittime e del loro sacrificio, sono arrivate le parole del sindaco Mario Pupillo, del presidente uscente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, del presidente ANPI Gianni Orecchioni e del prefetto Fulvio Rocco De Marinis.
Ma le testimonianze più emozionanti sono state quelle dei due partigiani Angiolino Ciavarelli e Licio Costantini.
"I martiri, miei amici e compagni di gioventù - ha affermato Ciavarelli - vanno ricordati e ci fanno rivivere con gratitudine la loro impresa. E' grazie a loro se abbiamo potuto avere una lunga stagione di pace e progresso". "Il caloroso invito che faccio ai giovani - ha proseguito poi, vistosamente commosso - è di lottare per la loro libertà, perché i nonni si preoccupano sempre per il futuro dei loro nipoti".
"Io sono stato il più giovane partigiano d'Italia, avevo 12 anni e 8 mesi" ha commentato Licio Costantini. "Non fatevi trascinare dal benessere e ricordate sempre che Lanciano è una cosa di famiglia" ha concluso Costantini.
La cerimonia si è avviata verso la fine con le parole degli alunni della scuola elementare Eroi Ottobrini e con una canzone dedicata ai martiri.
"Se avete dei nonni - ha detto al microfono un'alunna - fatevi raccontare da loro che cosa è successo il 6 ottobre, quei racconti non li troverete nei libri di scuola".