Costretta per anni ad incontrarsi con l'ex compagno per evitare che rivelasse alla figlia minorenne, all'oscuro di tutto, la storia d'amore avuta con lui e terminata ormai dal 2011. È quanto accaduto ad una donna di 42 anni del frentano che, esasperata da una situazione divenuta insostenibile, ha chiesto aiuto ai Carabinieri del posto mettendo fine così alle sue sofferenze.
La scorsa mattina, su disposizione della Procura di Lanciano, i militari dell'Arma hanno eseguito nei confronti dell'uomo di Lanciano, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di atti persecutori. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Lanciano, Dott.ssa Marina Valente, su richiesta del Pubblico Ministero Dott.ssa Rosaria Vecchi.
La donna, nel 2011, aveva messo fine alla storia d'amore con il 39enne che però non l'aveva presa bene. Da quel momento l'uomo, nel tentativo di convincerla a tornare insieme, aveva iniziato a tormentarla con telefonate e messaggi senza però ottenere i risultati sperati. Per queste ragioni l'aveva minacciata di far sapere tutto a sua figlia che, fino ad allora, non aveva sospettato affatto che la madre avesse un nuovo compagno dopo la separazione dal padre. Iniziano così una serie di incontri tra i due che vanno avanti per anni, fino a quando la 42enne, al culmine della sopportazione, decide di troncare definitivamente ogni tipo di rapporto con lui. Ma la situazione, inaspettatamente, si complica perché il 39enne avvicina la figlia minorenne presentandosi come il fidanzato della madre. La donna decide di rivolgersi ai Carabinieri e scatta, così, la prima denuncia a piede libero nei suoi confronti. Ma il 39enne continua a perseguitare e seguire la donna e la figlia, ormai sempre più spaventate dai suoi comportamenti. Scatta quindi la seconda denuncia a piede libero da parte dei Carabinieri e l'immediato intervento dell'Autorità Giudiziaria di Lanciano che, per tutelare le parti offese, emette il provvedimento restrittivo nei confronti dell'uomo disponendo il suo arresto e la successiva traduzione in carcere.