Il 27 febbraio, un altro lavoratore è morto in costanza di lavoro.
È accaduto alla Amadori di Mosciano Sant'Angelo dove Gaetano Domenico Mastroieni, di 66 anni, lavorava per un'azienda esterna di autotrasporti ed è rimasto schiacciato da un tir in manovra.
Stringersi ai familiari è un atto dovuto, da parte nostra e di tutti, ma a questo bisogna accompagnare dei fatti concreti che mettano fine alle stragi quotidiane.
L'Abruzzo, ed in particolare la provincia di Teramo, negli ultimi anni ha il record negativo per incremento percentuale di morti sul lavoro, stando ai dati 2022 e 2023 dell'INAIL, e questo deve porre tutti di fronte alle proprie responsabilità: l'età è un primo dato di cui tener conto perché non si può far lavorare le persone oltre una certa soglia anagrafica, il sistema degli appalti che troppe volte permette alle aziende di fare profitti a discapito anche della sicurezza, i ritmi di lavoro che vengono imposti espongono a maggiori rischi, sistemi di controllo totalmente insufficienti per mancanza di personale e meccanismi di controllo basati troppo sulla correttezza burocratica più che sulle condizioni reali di sicurezza nelle aziende, il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza (RLS) che hanno poco potere decisionale, e pochi strumenti a disposizione, sulle scelte aziendali in materia oltre alla sudditanza nei confronti delle organizzazioni sindacali di riferimento, ecc.
La politica, il governo, e tutte le organizzazioni sindacali bene farebbero a sostenere la proposta di legge elaborata da RETE ISIDE e USB che prevede l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime.
La proposta di legge prevede anche tante altre misure che sicuramente sarebbero un argine alla mattanza a cui si assiste da anni (oltre 12.000 morti negli ultimi 10 anni).
Le parole di bocciatura della proposta da parte di esponenti del governo ed in particolare del Ministro Nordio sono inconcepibili, assurde e con motivazioni fuori luogo perché sostenendo che l'introduzione del reato dell'omicidio stradale non ha condotto al calo degli incidenti mortali equivale a dire che chi non rispetta le normative di sicurezza può restare impunito mentre migliaia di famiglie non otterranno mai giustizia vera.
Federazione USB Abruzzo e Molise