Il Santuario di Santa Maria Mater Domini a Fraine

Una storia di amore e fede alle pendici dei monti Frentani

Donatella Zappitelli
26/02/2023
Storia
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Era l’anno 1000 quando, da memoria popolare, ci fu l’apparizione della Santissima Vergine ad una pastorella, sordomuta dalla nascita, che si trovava con il suo gregge intorno al paese di Fraine, in provincia di Chieti, a 1390 metri s.l.m. 

Leggenda narra che, ai piedi di una grande quercia, la bambina vide una bellissima donna vestita di bianco, circondata da un bagliore lucente e con in braccio un neonato. La donna invitò la bambina a chiamare a gran voce i suoi genitori. Qui il miracolo: la piccola tornò correndo dai suoi, richiamandoli all’attenzione di quella candida apparizione, riguadagnando l’udito e la voce, annunciando la visita della Madonna in quei boschi sperduti. I genitori, colmi di stupore nell’udire la voce della loro figliola, la seguirono ansiosi. In seguito, dinanzi ai tre, la Vergine rivelò d’essere la Madre del Signore (Mater Domine) e raccomandò loro di dirigersi dal parroco di Fraine per mostrare la bambina guarita miracolosamente. 

Subito venne eretta la chiesetta dell’Apparizione e poi, accanto ad essa, un monastero voluto e costruito a proprie spese da Berardo e Mainero, i figli del duca di Bari, come pegno per la redenzione dei peccati. Come testimonia un documento datato 1056, il monastero fu affidato al padre benedettino Alberto da Cassino. Il complesso monumentale ha subito diversi interventi di ristrutturazione nel corso dei secoli che ne hanno modificato la struttura originaria.

Ad oggi, è stata riportata in vita l’originaria struttura romanica dell’XI secolo e si possono ammirare pareti, pavimento ed altare in pietra originaria locale e l’antica statua in legno della Madonna. Di fianco alla Chiesa, due fontane in pietra richiamano al suono dell’acqua, il tutto immerso nel verde del Bosco delle Vicenne, alle pendici dei monti Frentani.

A ricordo del miracolo che restituì la voce alla piccola pastorella, l’incisione in latino: “Non tibi sit grave dicere Mater Ave”: “Non ti sia di peso dire Ave Maria”.

 

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