La primavera è arrivata e, anche se sembra non voglia proprio farsi notare, prepara la nostra terra a campi verdi e mandorli in fiore, alle prime ginestre e alla voglia di “gite fuori porta”. E allora, prima di emigrare fuori regione e fuori provincia, scopriamoli i nostri gioielli nascosti: i musei della provincia di Chieti.
La provincia di Chieti è una terra intatta e poco conosciuta, ancora in grado di gratificare il visitatore con il gusto della scoperta. Una terra ricca di millenarie testimonianze archeologiche, storiche e culturali, di bellezze naturalistiche e ambientali, di produzioni artigianali artistiche ed enogastronomiche spesso pervenute in realtà museali sconosciute o abbandonate.
Se avete voglia di storia antica e natura, se per voi il nostro territorio vuol dire soprattutto Majella, se non resistete a odori primitivi e panorami fiabeschi, è giunto il momento di visitare le piccole realtà della Majella Orientale che custodisce meraviglie come il Museo del Parco Archeologico dell’antica città di Juvanum a Montenerodomo, o il Museo del Gesso di Gessopalena, un museo all’aperto, con i resti dell’antico borgo scavato e costruito nel gesso. Per non parlare dei Musei del Parco Nazionale, veri custodi di tesori e specie vegetali e faunistiche proprie della Majella madre: il Museo Naturalistico Archeologico “Maurizio Locati” a Lama dei Peligni, con la sua ampia sezione dedicata la camoscio d’Abruzzo; il Museo dell’Orso Marsicano di Palena o Le Grotte del Cavallone, a Taranta Peligna, l’unica meraviglia di interesse speleologico visitabile dal pubblico che ispirò D’Annunzio per “La figlia di Jorio”.
Ma non si può, visitando la nostra provincia, saltare una tappa importante, quella da cui si dovrebbe partire, quella dei grandi musei che ci rendono famosi fuori regione. E allora fatela una capatina al Museo Archeologico d’Abruzzo presso Villa Frigerij, nella incantevole villa comunale di Chieti, perché non potete definirvi abruzzesi senza vedere, almeno una volta nella vita, il Guerriero di Capestrano, simbolo della nostra regione. Certo che, una volta a Chieti, è d’obbligo entrare nel Museo della Civitella, scrigno dell’antica Teate e nel Museo Barbella, depositario di dipinti, sculture, maioliche dei secoli XV-XX. E così si giunge all’inconfondibile Museo Michetti di Francavilla, ex cenacolo d’arte e cultura in cui, sul finire dell’800 personalità come D’annunzio, Tosti, Barbella e lo stesso pittore Michetti, si incontravano per discutere di arte e cultura.
Certo è che Lanciano, capitale del popolo dei Frentani, depositaria del noto Miracolo Eucaristico presso la Chiesa di San Francesco, meta di pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo, culla di due importanti realtà museali come il Museo Diocesano e il Polo Museale Santo Spirito, non può non essere una meta fondamentale.
Ma, diciamocelo, la nostra provincia è soprattutto enogastronomia e tradizione contadina, è la terra della transumanza che ha caratterizzato indelebilmente la nostra storia economica e sociale. E come non pensare subito all’olio d’oliva, prodotto D.O.C nel nostro territorio e a cui Bucchianico ha dedicato un museo? Come non imbattersi in un'altra particolare realtà museale, quella del maiale, a Carpineto Sinello, patria della ventricina? Certamente, se avete l’acquolina, non di secondaria importanza è il Museo dei Cuochi a Villa Santa Maria, in cui la tradizione culinaria ha radici impiantate nel 600.
Nel variegato mondo delle realtà museali dedicate alle tradizioni popolari, incontriamo molti luoghi dotati di suppellettili, ceramiche e costumi popolari raccolti da appassionati studiosi in cui il Museo del Costume di Guardiagrele e il Museo della Ceramica di Rapino detengono posizioni importanti. Troviamo in quest’ambito nomi davvero interessanti, come il Museo per l’economia tra antichità e Rinascimento presso il Castello Caldoralesco di Monteodorisio o il Museo delle lettere d’amore, a Torrevecchia Teatina, unico nel suo genere e primo in Europa.
I nostri musei sono davvero molti e variegati, purtroppo la mancanza di fondi, di cartellonistica e di personale li lascia spesso in una situazione di isolamento e abbandono che, a volte, li costringe a chiudere. È nostro dovere allora, prima di andare altrove, partire dalle proprie radici.
Il nostro territorio ha bisogno di noi, visitiamolo!